Beat Feuz, il padrone di casa
Velocissimo nelle prime prove, il bernese sul Lauberhorn si trova perfettamente a suo agio. E punta al bis.
Due volte vincitore e campione uscente sul Lauberhorn di Wengen, Beat Feuz ha subito messo in chiaro, nella prima sessione di prove, che l’uomo da battere sarà ancora una volta lui. Il bernese ha rifilato 1”16 a Mauro Caviezel e 1”27 all’austriaco Matthias Mayer... «Certo, non volevo prendere cinque secondi dal più veloce, ma durante le prove il cronometro non è l’aspetto più importante: conta di più riuscire a sciare bene e a memorizzare ogni particolare della pista. Nessuno va a tutto gas durante le ricognizioni». A Wengen da lunedì, Feuz può godere della compagnia della famiglia, proprio come accadrà anche settimana prossima a Kitzbühel... «Ieri (martedì, ndr) non c’è stata la possibilità di allenarsi, per cui mi sono limitato a una seduta di condizione fisica. Nel pomeriggio ne ho approfittato per una passeggiata in paese con fidanzata e figlia». Nell’incontro con la stampa, Feuz non può esimersi dal tornare sulla vittoria di dodici mesi fa... «Certo, in partenza il tempo era decisamente migliore, la pista preparata in modo perfetto. Ero sceso con il numero uno ed ero stato in grado di godere appieno di tutte le sensazioni, dal panorama al pubblico che si assiepa lungo il percorso, in particolare all’Hundschopf. E alla fine era arrivata anche la vittoria: mi ero davvero divertito». Sul Lauberhorn Feuz si è sempre trovato come fosse a casa sua... «Lo ripeto, le decine di migliaia di persone che accorrono per la discesa contribuiscono a stimolare l’adrenalina, il panorama su Eiger, Jungfrau e Mönch è spettacolare e l’ambiente è proprio quello di una festa di paese. Tutto ciò fa del Lauberhorn la gara di sci ideale, quella che ognuno immagina da bambino». Visti i suoi precedenti nell’Oberland bernese e i risultati ottenuti in stagione (vittoria a Beaver Creek, terzo posto in Val Gardena e a Bormio), un risultato che non lo vedesse salire sul podio della libera di sabato equivarrebbe a più di una mezza delusione. Nonostante a suo dire l’elenco dei papabili alla vittoria sia più lungo della lista della spesa per il cenone di San Silvestro... «Ma è così, sono in molti coloro i quali possono ambire alla vittoria. Bisogna fare attenzione ai norvegesi, in particolare a Svindal, che a Wengen ha vinto nel 2016 ed è stato secondo lo scorso anno. Ma pure
gli austriaci sono pericolosi con Mayer, Reichelt e Kriechmayr, così come gli italiani Innerhofer e Paris, il dominatore delle prove di Bormio». Per i discesisti si è entrati in una fase cruciale della stagione: sette giorni dopo Wengen si correrà a
Kitzbühel, poi a Garmisch e infine ai Mondiali di Are (9 febbraio). Un vero tour de force... «In questo periodo intenso, la miglior ricetta per rimanere attivi è rappresentata da un buon risultato. Così rimani più fresco sia fisicamente, sia mentalmente rispetto ai momenti in cui le cose non girano per il verso giusto. Se però nelle prossime settimane le cose non dovessero funzionare, bisognerà dare maggiore spazio al recupero». Un rischio che, stando alle prove di ieri, sembra più che mai lontano.