Foletti: ‘Il 12 febbraio discuteremo sulla risposta del governo’
«Non abbiamo ancora letto la risposta del governo». Taglia corto da noi raggiunto il leghista Michele Foletti, coordinatore della Commissione parlamentare d’inchiesta (Cpi) incaricata di far luce sull’affaire Argo 1. «Stando al poco che ho appreso, mi pare che l’unica cosa che ci viene contestata dal Consiglio di Stato è il fatto di aver criticato l’Esecutivo, rilevando di aver lasciato solo il Dipartimento della sanità e della socialità nella gestione del caso» continua Foletti. Precisamente, la critica che si legge nel rapporto della Cpi è che “l’Esecutivo continua a privilegiare una sorta di rinuncia alle responsabilità, lasciando ai singoli Dipartimenti il compito di risolvere problemi anche complessi”. Tesi, questa, negata dal Consiglio di Stato ribadendo che la Cpi “omette di considerare la situazione puntuale d’urgenza” verificatasi. Ad ogni modo, la risposta del governo è stata ricevuta sì martedì, «ma non l’ho fatta distribuire contestualmente. Il 12 febbraio ci troveremo a livello di Cpi, per discuterla». Di più non dice Foletti, se non che «abbiamo deciso di non rilasciare dichiarazioni fino a dopo il dibattito». Dibattito che avrà luogo nella seduta di Gran Consiglio del 18 febbraio, dove la Cpi illustrerà il proprio rapporto. Istituita il 6 novembre 2017 per decisione del Gran Consiglio, la Cpi – composta, oltre che da Foletti, da Giorgio Galusero (Plr), Claudio Franscella (Ppd), Carlo Lepori (Ps), Michela Delcò Petralli (Verdi) e Tiziano Galeazzi (Udc) – aveva un compito preciso: approfondire e valutare, sia sul piano amministrativo sia sul piano politico, la gestione cantonale del settore dell’asilo. Va da sé, alla luce di quanto successo con Argo 1, la ditta di sicurezza cui il Dss aveva affidato il mandato, senza la necessaria risoluzione governativa, di sorvegliare i centri per profughi. Il mandato, tra 2014 e 2017, è costato 3,4 milioni. Il lavoro della Cpi si è dovuto confrontare anche con una fuga di notizie. Nell’edizione del 13 gennaio, il domenicale ‘il Caffé’ ha pubblicato stralci del rapporto commissionale. Fatto, questo, che ha portato a una denuncia penale contro ignoti per violazione del segreto d’ufficio. Denuncia inoltrata al Ministero pubblico dalla stessa Cpi, dopo aver preso questa decisione all’unanimità.