L’allarme statunitense sulla cinese Huawei e la sicurezza nazionale a rischio
Le polemiche che hanno investito Huawei negli Stati Uniti e l’appello del presidente Donald Trump ai suoi alleati europei di non utilizzare tecnologia cinese per implementare la rete 5G non sembra aver attecchito in Svizzera. Secondo gli americani, la componentistica delle cinesi Zte e Huawei sarebbero una minaccia alla sicurezza. Il timore – non infondato – è che i dati che circolano sulle antenne 5G vengano consegnati alle autorità cinesi. Accuse sempre respinte dal governo cinese che le aveva interpretate come un modo per ostacolare la crescita di Huawei. L’esortazione del presidente Usa era stata rivolta soprattutto agli Stati che ospitano basi militari americane come Italia e Germania. Quest’ultima sembra averla accolta visto che Berlino cerca di ridurre al minimo i rischi e, per questo, la prossima settimana i leader della coalizione di governo si incontreranno per discutere delle specifiche misure da prendere, come particolari requisiti tecnici e un eventuale patto anti spionaggio con la Cina. Rinunciare a priori alla tecnologia cinese potrebbe comportare seri danni, politici e commerciali. Il pericolo di ritorsioni da parte cinese non è quindi escluso se ci si pone dalla parte sbagliata di questa riedizione della ‘guerra fredda tecnologica’. I vincitori dell’asta non hanno perso tempo e annunciano già l’arrivo della 5G su larga scala (test in materia sono già in corso): Swisscom prevede che entro fine 2019 la nuova tecnologia sarà disponibile in 60 città e comuni. “Vogliamo portare entusiasmo nel mondo interconnesso, raggiungendo sia le città che la campagna”, afferma il Ceo Urs Schaeppi che si è rallegrato del fatto che l’operatore numero uno in Svizzera ha acquisito da solo il 45% di tutte le frequenze. Ma Swisscom, grazie alla sua partecipata italiana Fastweb, sta già sperimentando il 5G: a Roma Fastweb ha testato insieme a Ericsson e Roma Capitale i primi segnali 5G (progetto #Roma5G) e allestito insieme a Tim e Huawei la prima antenna a Matera il 5 marzo scorso: Bari e Matera (progetto #BariMatera5G) saranno tra le prime regioni al mondo ad avere copertura con la rete 5G. Dal canto suo Sunrise, che sostiene di esserci aggiudicata le frequenze strategicamente più importanti, non fornisce scadenze temporali. Afferma però che con la 5G “riuscirà a offrire una rete mobile di primissima qualità, sia in termini di capacità e velocità di connessione, sia per quanto riguarda la copertura all’interno degli edifici”. Salt, per bocca del suo Ceo Pascal Grieder, afferma di essere “molto soddisfatto del risultato della vendita all’asta”. L’azienda intende lanciare la tecnologia nel corso di quest’anno in modo da portare “la digitalizzazione in Svizzera a un livello superiore”.