Ecco il perché (ufficiale) degli ‘errori di stima’
Il 2018 si chiude con un’altra eccedenza – stavolta miliardaria – per la Confederazione. E al ‘tesoriere’ Ueli Maurer («abbiamo valutato male», ha detto ieri a margine dell’incontro a Berna col premier olandese Mark Rutte) si torna a rinfacciare un esagerato pessimismo, o peggio. Al ‘Tages-Anzeiger’ la consigliera nazionale Mattea Meyer (Ps/Zh) ha dichiarato che la discrepanza tra preventivo e consuntivo – funzionale al taglio di prestazioni pubbliche, a suo parere – è ormai “sistema”; per il ‘senatore’ Erich Ettlin (Ppd/Ow), “la Confederazione sottovaluta già da anni la dinamica sul fronte delle entrate”. “Dobbiamo analizzare da vicino la cosa”, ha affermato. “Sì, in passato è accaduto spesso” che i conti si siano rivelati migliori del preventivo (cfr. grafico), concede l’Amministrazione federale delle finanze (Aff). In una nota diffusa ieri, l’Aff spiega il perché di tali “errori di stima”. Quelli relativi alle spese, di solito sovrastimate, sono dovute alla “cautela” con la quale vengono allestiti i preventivi: per ogni voce, infatti, si fissa un limite massimo che non può essere superato. Nel 2018 i residui di credito hanno riguardato soprattutto beni e servizi (390 milioni), personale (150) e asilo (116). Ma i problemi principali sono sul fronte delle entrate. L’Aff ritiene gli errori di stima “inevitabili, dato che l’evoluzione delle stesse è soggetta a fluttuazioni molto forti”. Le difficoltà riguardano in buona parte l’imposta preventiva, la cui evoluzione “è molto volatile” (forti variazioni di utili e dividendi, istanze di rimborso ritardate, singoli casi che possono falsare la stima ecc.). Negli ultimi anni, tuttavia, la qualità delle stime è nettamente migliorata, stando all’Aff.