Molestia per dire
Losanna – Il Tribunale federale ha respinto il ricorso di una impiegata licenziata che aveva chiesto un indennizzo di oltre 50mila franchi perché un superiore l’aveva chiamata durante un aperitivo ‘Mistinguette’, allusione alla nota attrice e ballerina di cabaret francese dei tempi che furono. La donna, contabile in una società commerciale, era stata licenziata a seguito di problemi strutturali dell’azienda. Avendo sentito un superiore chiamarla ‘Mistinguette’, si era rivolta alla giustizia vodese denunciando una molestia sessuale. Il soprannome – aveva fatto valere – faceva chiaramente riferimento allo pseudonimo scelto da Jeanne Florentine Bourgeois, cantante e attrice francese nata nel 1875 e morta nel 1956, famosa diva del Moulin Rouge della belle époque. Secondo la ricorrente, una simile allusione non poteva che essere interpretata come degradante nei suoi riguardi. In una sentenza pubblicata ieri, i supremi giudici di Losanna confermano tuttavia le conclusioni dei colleghi del tribunale cantonale vodese. Certo, Jeanne Florentine Bourgeois, alias Mistinguette, era una famosa donna di spettacolo e ballerina di cabaret della belle époque, tuttavia si era resa celebre per la sua grazia e il suo spirito. La sua biografia non comporta alcuna connotazione negativa.
I giudici federali aggiungono che il termine ‘Mistinguette’ è utilizzato oggi per designare in modo affettuoso una ragazza. Anche ammettendo che l’intenzione del superiore non fosse lusinghiera, il paragone non può essere considerato una molestia sessuale. Per il Tribunale federale, l’asticella non va posta troppo in alto quando un autore di commenti fuori luogo dà più che altro sfoggio di ignoranza.