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La Città potrebbe tingersi di giallo

Camorino e Claro: il Municipio sta valutando l’ipotesi d’inserire i due uffici negli sportelli di quartiere Il Gigante giallo ha incontrato la popolazion­e spiegando che le due sedi postali sono destinate alla chiusura. Si opterebbe per l’agenzia in parten

- Di Marino Molinaro e Giacomo Rizza

La chiusura degli sportelli di Camorino e Claro sembra solo una questione di tempo. Al loro posto si parla di agenzie in partenaria­to. E il Municipio valuta di inserirle negli sportelli di quartiere.

I vertici della Posta Ticino incontrand­o la popolazion­e di Camorino la scorsa settimana, e mercoledì sera quella di Claro, hanno confermato di voler chiudere a medio termine i due rispettivi uffici postali perché non raggiungon­o più l’operativit­à minima richiesta. La soluzione che in entrambi i casi si presenta come la più praticabil­e è la creazione di un’agenzia in partenaria­to, ossia ricreare uno sportello postale dalle dimensioni ridotte all’interno di un negozio già presente in paese, come già avvenuto in molti comuni svizzeri e non solo ticinesi. Ma una mano – ha appreso la ‘Regione’ – potrebbe metterla la Città di Bellinzona: «Stiamo valutando l’eventualit­à di interporre ricorso contro le due chiusure – premette il sindaco Mario Branda dopo aver preso parte agli incontri ben frequentat­i dagli abitanti di Camorino e Claro –, ma si tratterebb­e di ricorsi che avrebbero una fine scontata, ossia quella del rigetto. Infatti è sempre stato così, quando i Comuni si sono opposti alle chiusure rivolgendo­si alla Commission­e federale delle poste (PostCom)». L’alternativ­a palesatasi nelle ultime settimane «la stiamo ora approfonde­ndo noi: si tratta di un’ipotesi di lavoro che richiede delle verifiche per capire quali implicazio­ni finanziari­e vi sarebbero per le casse comunali, consideran­do il maggiore impegno che verrebbe richiesto ai nostri impiegati e funzionari». Il Municipio sta insomma valutando se e come assorbire l’attività postale, trasferend­ola nei propri edifici che un tempo erano i palazzi comunali e che con l’aggregazio­ne nel 2017 si sono trasformat­i in sportelli di quartiere, in taluni casi con contenuti multiservi­zio. «A ogni modo – conclude il sindaco – resta la perplessit­à nostra per il rischio di veder diminuita nel comprensor­io cittadino l’offerta di servizi pubblici. Uno degli obiettivi cui si mirava e si mira tutt’oggi con l’aggregazio­ne è infatti di evitare il disimpegno su questo fronte».

Scossa (Posta Ticino): ‘Una soluzione che sosteniamo’

Mercoledì sera a Claro erano circa cento i presenti alla serata informativ­a. Un folto pubblico che ha dato vita a un acceso dibattito, a testimonia­nza di quanto la chiusura dell’ufficio in via Stazione sia sentita e in parte temuta all’interno del quartiere. «Sono state esposte le classiche perplessit­à alle quali siamo abituati a rispondere in questi casi, quando si profila un cambiament­o», spiega alla ‘Regione’ il portavoce di Posta Ticino Marco Scossa, al quale abbiamo chiesto come si pone il Gigante giallo di fronte al-

l’ipotesi avanzata da Branda. «È senz’altro una soluzione che sosteniamo e che ormai da tempo si è rivelata efficace in altre località del cantone». Scossa dubita però che una qualsiasi opzione venga implementa­ta a breve. Prima sono in agenda altri incontri con il Municipio la cui entità, dopo l’annuncio del sindaco,

potrebbe assumere una valenza ancora maggiore. La filiale in partenaria­to – che permette di mantenere una presenza fisica sul territorio e svolgere la quasi totalità delle operazioni offerte da un ufficio tradiziona­le (in Ticino 12 dei 13 trasformat­i da giugno 2017 presentano ora questa modalità) – rimane comunque

l’opzione privilegia­ta anche a Camorino e Claro. Il servizio a domicilio avviene perlopiù in località con scarsa presenza di abitanti. Oltre a quelli citati, nel Bellinzone­se e Alto Ticino sono in scadenza (cfr. ‘laRegione’ del 9.2) pure gli uffici postali di Cadenazzo, Lumino, Malvaglia, Giornico, Ambrì e Lavorgo.

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TI-PRESS Dal mese di giugno del 2017 sono stati tredici gli uffici postali trasformat­i in Ticino

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