La Città potrebbe tingersi di giallo
Camorino e Claro: il Municipio sta valutando l’ipotesi d’inserire i due uffici negli sportelli di quartiere Il Gigante giallo ha incontrato la popolazione spiegando che le due sedi postali sono destinate alla chiusura. Si opterebbe per l’agenzia in parten
La chiusura degli sportelli di Camorino e Claro sembra solo una questione di tempo. Al loro posto si parla di agenzie in partenariato. E il Municipio valuta di inserirle negli sportelli di quartiere.
I vertici della Posta Ticino incontrando la popolazione di Camorino la scorsa settimana, e mercoledì sera quella di Claro, hanno confermato di voler chiudere a medio termine i due rispettivi uffici postali perché non raggiungono più l’operatività minima richiesta. La soluzione che in entrambi i casi si presenta come la più praticabile è la creazione di un’agenzia in partenariato, ossia ricreare uno sportello postale dalle dimensioni ridotte all’interno di un negozio già presente in paese, come già avvenuto in molti comuni svizzeri e non solo ticinesi. Ma una mano – ha appreso la ‘Regione’ – potrebbe metterla la Città di Bellinzona: «Stiamo valutando l’eventualità di interporre ricorso contro le due chiusure – premette il sindaco Mario Branda dopo aver preso parte agli incontri ben frequentati dagli abitanti di Camorino e Claro –, ma si tratterebbe di ricorsi che avrebbero una fine scontata, ossia quella del rigetto. Infatti è sempre stato così, quando i Comuni si sono opposti alle chiusure rivolgendosi alla Commissione federale delle poste (PostCom)». L’alternativa palesatasi nelle ultime settimane «la stiamo ora approfondendo noi: si tratta di un’ipotesi di lavoro che richiede delle verifiche per capire quali implicazioni finanziarie vi sarebbero per le casse comunali, considerando il maggiore impegno che verrebbe richiesto ai nostri impiegati e funzionari». Il Municipio sta insomma valutando se e come assorbire l’attività postale, trasferendola nei propri edifici che un tempo erano i palazzi comunali e che con l’aggregazione nel 2017 si sono trasformati in sportelli di quartiere, in taluni casi con contenuti multiservizio. «A ogni modo – conclude il sindaco – resta la perplessità nostra per il rischio di veder diminuita nel comprensorio cittadino l’offerta di servizi pubblici. Uno degli obiettivi cui si mirava e si mira tutt’oggi con l’aggregazione è infatti di evitare il disimpegno su questo fronte».
Scossa (Posta Ticino): ‘Una soluzione che sosteniamo’
Mercoledì sera a Claro erano circa cento i presenti alla serata informativa. Un folto pubblico che ha dato vita a un acceso dibattito, a testimonianza di quanto la chiusura dell’ufficio in via Stazione sia sentita e in parte temuta all’interno del quartiere. «Sono state esposte le classiche perplessità alle quali siamo abituati a rispondere in questi casi, quando si profila un cambiamento», spiega alla ‘Regione’ il portavoce di Posta Ticino Marco Scossa, al quale abbiamo chiesto come si pone il Gigante giallo di fronte al-
l’ipotesi avanzata da Branda. «È senz’altro una soluzione che sosteniamo e che ormai da tempo si è rivelata efficace in altre località del cantone». Scossa dubita però che una qualsiasi opzione venga implementata a breve. Prima sono in agenda altri incontri con il Municipio la cui entità, dopo l’annuncio del sindaco,
potrebbe assumere una valenza ancora maggiore. La filiale in partenariato – che permette di mantenere una presenza fisica sul territorio e svolgere la quasi totalità delle operazioni offerte da un ufficio tradizionale (in Ticino 12 dei 13 trasformati da giugno 2017 presentano ora questa modalità) – rimane comunque
l’opzione privilegiata anche a Camorino e Claro. Il servizio a domicilio avviene perlopiù in località con scarsa presenza di abitanti. Oltre a quelli citati, nel Bellinzonese e Alto Ticino sono in scadenza (cfr. ‘laRegione’ del 9.2) pure gli uffici postali di Cadenazzo, Lumino, Malvaglia, Giornico, Ambrì e Lavorgo.