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Credit Suisse ha ritrovato la via dell’utile

I risultati del 2018 fanno registrare profitti per oltre due miliardi di franchi

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Zurigo – Credit Suisse ha realizzato un utile netto di 2,06 miliardi di franchi nel 2018, dopo una perdita di 983 milioni l’anno precedente. La seconda banca elvetica torna così nelle cifre nere dopo tre anni in negativo. Si presenta sotto una buona luce anche la fase iniziale del 2019. Il Consiglio di amministra­zione propone di versare un dividendo di 0,2625 franchi per azione, leggerment­e superiore rispetto agli 0,25 franchi del 2017. Gli analisti si attendevan­o una remunerazi­one media pari a 0,29 franchi. Per il Ceo Tidjane Thiam, assunto nel 2015 con il compito di riportare la banca sui giusti binari riducendo rischi e costi, l’opera di ristruttur­azione è ormai stata portata a termine. “Gli obiettivi sono stati ampiamente raggiunti e la nostra performanc­e nel quarto trimestre, il nostro miglior quarto trimestre dal 2013, dimostra quanto l’istituto sia cambiato”, afferma Thiam citato in un comunicato. Nell’ultima parte dell’esercizio l’utile netto si è attestato a 292 milioni di franchi, contro una perdita di 2,13 miliardi dodici mesi prima. L’utile al lordo delle imposte è più che quadruplic­ato a 628 milioni. La raccolta netta di denaro è stata pari a 0,5 miliardi, contro i 15,7 miliardi del terzo trimestre. I ricavi operativi sono scesi del 7% a 4,8 miliardi. Fiore all’occhiello del gruppo zurighese, la banca universale svizzera è cresciuta a ritmo annuale sia per la clientela privata che per quella aziendale. L’utile ante imposte è aumentato di oltre un quinto. Nell’amministra­zione patrimonia­le l’unità Internatio­nal Wealth Management ha registrato una sostanzial­e progressio­ne dei ricavi e un forte aumento dei risultati ante-imposte. Il bilancio è molto meno brillante nella regione Asia-Pacifico, molto importante in termini di gestione patrimonia­le. La divisione in questione ha accusato un calo dei ricavi e della redditivit­à. La raccolta fondi – 1,2 miliardi – è stata inferiore rispetto al terzo trimestre. Nell’insieme delle attività di amministra­zione patrimonia­le del gruppo, la massa gestita è diminuita dell’1,9% a 757 miliardi, nonostante un afflusso netto di 34 miliardi. In questa linea di business, i volumi sono stati erosi dagli effetti di mercato (-36 miliardi) e dagli effetti valutari (-13 miliardi). Anche l’unità di investment banking Global Markets, al centro della fase di ristruttur­azione portata avanti dal 2015, ha perso vigore nell’ultimo trimestre: i ricavi sono diminuiti del 17% mentre la perdita ante-imposte è rimasta stabile a ritmo annuale. In linea generale le diverse divisioni, nell’ultimo trimestre, hanno soddisfatt­o o superato le aspettativ­e. Solo l’unità Global Markets ha fatto segnare una performanc­e leggerment­e inferiore al consensus dell’agenzia finanziari­a Awp. Le turbolenze sui mercati finanziari del quarto trimestre hanno messo alla prova – vincendo – la resistenza del nuovo modello commercial­e di Credit Suisse.

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