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Crescendo in musica

Intervista a Carlo Taffuri dell’orchestra Superar di Lugano, in concerto domenica al Lac

- di Ivo Silvestro

‘Le orchestre sono delle piccole società, si lavora insieme’ spiega Taffuri. E diventano preziosa occasione educativa che il progetto Superar porta, gratuitame­nte, nelle scuole di Lugano.

È quasi una tradizione, il concerto di Superar Suisse Lugano al Lac: quello che si terrà domenica alle 11 sarà infatti il quarto, nella Sala Teatro, dell’orchestra composta dagli allievi di questo progetto educativo che coinvolge centinaia di studenti. «Il grande obiettivo è portare la musica gratuitame­nte ai ragazzi» ci spiega Carlo Taffuri, direttore dell’orchestra di Lugano. Niente quota di iscrizione, niente spese per lo strumento, niente lezioni da pagare, quindi. «Noi forniamo tutto gratuitame­nte, quello che chiediamo, quello che deve tornare è l’impegno: il valore educativo della musica sta qui, nell’imparare a essere più concentrat­i, a studiare, a gestire le situazioni, a essere rispettosi verso gli altri». Perché, aggiunge Taffuri, «le orchestre, non solo quella di Superar, sono delle piccole società, si lavora insieme». Ideali che ricordano El Sistema, il programma ideato in Venezuela negli anni Settanta da José Antonio Abreu. «Assolutame­nte: il richiamo è molto forte» spiega Taffuri. «Il filo conduttore è quello, poi ogni nazione ha le proprie caratteris­tiche: in Venezuela – dove la situazione è ancora peggiorata, sia per i problemi politici, sia per la morte di Abreu (avvenuta un anno fa, ndr) – i ragazzi fanno lezione sei pomeriggi a settimana per tutto il pomeriggio, perché l’alternativ­a è stare in mezzo alla strada». A Lugano, «per quanto ci siano famiglie veramente in difficoltà, la qualità media della vita è nettamente migliore» e ci si adatta al diverso contesto, alle diverse mentalità. «Superar si ispira al Sistema, ma poi ha una propria linea».

I numeri luganesi

Tornando a Superar Suisse Lugano, l’orchestra è composta da una settantina di elementi, ai quali si aggiunge il coro con una quarantina di ragazzi. «Con un minimo di ricambio, in questi anni: alcuni smettono, ma più che altro perché si trasferisc­ono, mai perché “non voglio suonare più in un’orchestra”, e nuove famiglie arrivano sempre». Al concerto di domenica arriverann­o anche alcuni rinforzi da altre realtà che collaboran­o con Superar Lugano, come l’associazio­ne lombarda Song, che segue anch’essa il Sistema di Abreu, la Civica filarmonic­a di Lugano e le orchestre Superar di altre città svizzere. «Avremo oltre duecento ragazzi che suonano o cantano sul palco: un bel numero!». Sul palco ci saranno

tutti, anche chi ha appena iniziato? «La tendenza è di far suonare tutti, in base a quello che riescono a fare, perché anche con il violino fermo fai parte del gruppo e vivi la tua esperienza». Il concerto, come le lezioni e le prove, fa parte della dimensione educativa. Come pure, aggiunge Taffuri, i concerti ai quali i ragazzi assistono in collaboraz­ione con il Lac. Il repertorio? «Si punta molto sull’energia della musica, con brani sia popolari sia classici». Nel concerto di domenica avremo canti brasiliani, africani, ebraici – «così da conoscere anche culture diverse» spiega Taffuri – ma anche Charpentie­r, Bach, Richard Strauss. «Ci vuole divertimen­to ma anche concentraz­ione e loro la prendono in maniera costruttiv­a: è bellissimo vedere questi ragazzi di dieci anni impegnarsi con la Gavotta di Bach, quella dalla Terza suite, è un bel confronto e dà un’apertura che è meraviglio­sa».

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Nel riquadro, Carlo Taffuri

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