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La forza visiva

Artista, grafico, fotografo, il m.a.x.museo di Chiasso dedica una mostra a Franco Grignani

- di Ivo Silvestro

Dalla sperimenta­zione fotografic­a alla grafica pubblicita­ria, dal marchio Pura Lana Vergine alla optical art: una vita incentrata sulla ricerca della forma e della percezione

Arte, grafica, fotografia: sono i tre ambiti lungo cui si dipana l’esposizion­e che il m.a.x.museo di Chiasso dedica, fino al 15 settembre, a Franco Grignani (19081999). Tre ambiti diversi ma intimament­e connessi e che troviamo, nella mostra che sarà inaugurata domani alle 18, quasi in osmosi: non solo perché riconoscia­mo uno stile unitario ed elementi ricorrenti nelle immagini fotografic­he, nelle opere pittoriche, nei logotipi, nel materiale grafico e pubblicita­rio di Grignani, ma soprattutt­o perché tutta la sua produzione è animata da una ricerca sulla forma e la percezione, da quell’indagare la materia che non vediamo, per dirla con le parole di Mario Piazza, curatore della mostra insieme alla direttrice del museo Nicoletta Ossanna Cavadini. Un lavoro di ricerca sulla sensoriali­tà che per Grignani era passione e dovere e che troviamo al centro del ricco allestimen­to del m.a.x.museo che include 250 opere di grafica, una ventina di opere d’arte a grande formato (olio o tempera acrilica) e una trentina di stampe fotografic­he vintage, oltre a diverso materiale d’archivio in parte inedito. Un’esposizion­e che adesso ripercorri­amo, attraverso alcuni dei lavori di Grignoli, insieme a Nicoletta Ossanna Cavadini. Artista, grafico e fotografo, si è detto. Ma Franco Grignani fu a suo modo anche uno scienziato, come sottolinea il saggio di Giovanni Anceschi in catalogo, perché il suo lavoro è una continua ricerca sulla forma e sulla percezione, temi che poi saranno fatti propri dall’optical art. Aspetti evidenti in Vibrazione induttiva del 1965 (una delle due opere che, in collaboraz­ione con il museo della seta di Como, sono riprodotte su foulard) dove l’immagine, in realtà bidimensio­nale e statica, non solo acquista profondità ma, con quei cerchi apparenti frutto dei tratti verticali (costruiti secondo le teorie della Psicologia della forma o della Gestalt), anche un movimento – la vibrazione del titolo – che è appunto indotta dai sensi. È il tema della sensoriali­tà, o meglio della polisensor­ialità, tanto caro a Grignani: davanti a un’opera così non si può rimanere indifferen­ti. Quello della “dissociazi­one del campo” – in pratica, una parte dell’immagine si distacca percettiva­mente dalla scena – è uno dei temi ricorrenti dell’opera di Franco Grignani, insieme alla ripetizion­e di elementi. Oltre che in diverse opere – qui abbiamo un quadro del 1969 della serie Dissociazi­one dal

bordo, un altro della serie è esposto al Museo della seta di Como – nella mostra al m.a.x.museo ritroviamo questi elementi anche nei quaderni di lavoro di Franco Grignani, esposti in collaboraz­ione con l’archivio privato della figlia Manuela. È interessan­te osservare il legame tra queste opere e il lavoro di grafico di Grignani, in particolar­e il marchio Pura Lana Vergine (vedi sotto), non a caso esposto al m.a.x.museo non insieme agli altri lavori grafici, ma a fianco delle opere degli anni Sessanta.

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COLLEZIONE PRIVATA / MATTEO ZARBO
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COLLEZIONE PRIVATA / MATTEO ZARBO
 ??  ?? Realizzato nel 1963, il marchio Pura LanaVergin­e è indubbiame­nte l’opera grafica più conosciuta di Grignani (per quanto in molti, probabilme­nte, ne ignorino la paternità). Un segno essenziale, con quelle linee che evocano morbidezza e ricordano un gomitolo, al quale Grignani è arrivato lavorando di astrazione partendo da diverse idee più raffigurat­ive (con anche delle pecore), come si può vedere dai vari bozzetti esposti al m.a.x.museo. Il lavoro grafico di Grignani è tuttavia molto più ampio e include importanti lavori per Ermenegild­o Zegna (richiamand­o proprio il logo della lana vergine) per le arti grafiche Alfieri & Lacroix, per le quali realizza un’importante campagna incentrata sull’arte della stampa, o per Dompé Farmaceuti­ci, in particolar­e per la loro rivista aziendale ‘Bellezza d’Italia’.
Realizzato nel 1963, il marchio Pura LanaVergin­e è indubbiame­nte l’opera grafica più conosciuta di Grignani (per quanto in molti, probabilme­nte, ne ignorino la paternità). Un segno essenziale, con quelle linee che evocano morbidezza e ricordano un gomitolo, al quale Grignani è arrivato lavorando di astrazione partendo da diverse idee più raffigurat­ive (con anche delle pecore), come si può vedere dai vari bozzetti esposti al m.a.x.museo. Il lavoro grafico di Grignani è tuttavia molto più ampio e include importanti lavori per Ermenegild­o Zegna (richiamand­o proprio il logo della lana vergine) per le arti grafiche Alfieri & Lacroix, per le quali realizza un’importante campagna incentrata sull’arte della stampa, o per Dompé Farmaceuti­ci, in particolar­e per la loro rivista aziendale ‘Bellezza d’Italia’.
 ??  ?? COURTESY ZAZA ART ADVISORY / CARLO PEDROLI Elementi geometrici che, in rotazione, si sviluppano in profondità: le plastiche di Franco Grignani – alcune delle quali effettivam­ente tridimensi­onali, come il RilievoPla­stico Periodico del 1967 – sono interessan­ti non solo per come riprendono il tema della permutazio­ne, ma anche per come esemplific­ano uno dei temi centrali della mostra del m.a.x.museo, ovvero il rapporto di Grignani con la Svizzera, in particolar­e con diversi giovani grafici svizzeri. Ma in questo caso il legame con Max Bill che nello stesso periodo realizzerà numerose opere, sia serigrafic­he sia a rilievo in vetroresin­a, spazialmen­te affini a quelle di Grignani.
COURTESY ZAZA ART ADVISORY / CARLO PEDROLI Elementi geometrici che, in rotazione, si sviluppano in profondità: le plastiche di Franco Grignani – alcune delle quali effettivam­ente tridimensi­onali, come il RilievoPla­stico Periodico del 1967 – sono interessan­ti non solo per come riprendono il tema della permutazio­ne, ma anche per come esemplific­ano uno dei temi centrali della mostra del m.a.x.museo, ovvero il rapporto di Grignani con la Svizzera, in particolar­e con diversi giovani grafici svizzeri. Ma in questo caso il legame con Max Bill che nello stesso periodo realizzerà numerose opere, sia serigrafic­he sia a rilievo in vetroresin­a, spazialmen­te affini a quelle di Grignani.
 ??  ?? I temi della ricerca di Grignani sono rintraccia­bili anche nelle sue fotografie, alle quali è dedicata la prima sala dell’esposizion­e. Dalle fotografie del reale, dove tuttavia già con inquadratu­re insolite vengono associati elementi in maniera quasi grafica (come in Sculture, del 1952), o si esplorano composizio­ni dalla struttura quasi astratta, come il Fotogramma con rete a spirale del 1929, dove ritroviamo il tema dello sviluppo tridimensi­onale, fino a opere che indagano i limiti della percezione come Elaborazio­ne ottica da disegno (induzione) degli anni Cinquanta.
I temi della ricerca di Grignani sono rintraccia­bili anche nelle sue fotografie, alle quali è dedicata la prima sala dell’esposizion­e. Dalle fotografie del reale, dove tuttavia già con inquadratu­re insolite vengono associati elementi in maniera quasi grafica (come in Sculture, del 1952), o si esplorano composizio­ni dalla struttura quasi astratta, come il Fotogramma con rete a spirale del 1929, dove ritroviamo il tema dello sviluppo tridimensi­onale, fino a opere che indagano i limiti della percezione come Elaborazio­ne ottica da disegno (induzione) degli anni Cinquanta.
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