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Una povertà multiforme

Meno persone in assistenza, più utenti di Tavolino Magico. Il Dss: ‘Casi diversi’ La preoccupaz­ione di Fra Martino Dotta: ‘Il Cantone rischia di perdere il polso della situazione’

- Di Dino Stevanovic

Un calo dell’1,5 e dell’1,6% rispettiva­mente su base mensile e annuale. I dati pubblicati pochi giorni fa dal Dipartimen­to della sanità e della socialità (Dss) relativi alle persone in assistenza a novembre 2018 – 8’036 per la precisione – rassicuran­o. Dopo il boom di un lustro fa e la seguente crescita contenuta degli anni successivi, il trend si è invertito. Poi, due giorni fa, altra notizia: apre il terzo centro di distribuzi­one a Lugano di Tavolino Magico, associazio­ne attiva a favore dei bisognosi a cui si rivolgono in Ticino settimanal­mente circa 1’800 persone. Dati all’apparenza contraddit­tori. Ne abbiamo parlato con gli enti pubblici e privati attivi nel settore. «È facile presentare statistich­e confortant­i, ma il rischio è che il Cantone perda il polso della situazione – teme Fra Martino Dotta –. Vengono pubblicati dati rassicuran­ti sui tassi di disoccupaz­ione e dell’assistenza sociale, però da parte degli enti che erogano aiuti si registra un aumento delle richieste, persone che non hanno diritto agli aiuti pubblici. Non sono così sicuro che le cose vadano meglio: gli aiuti privati sono spesso situazioni che non rientrano nelle statistich­e, ma queste rischiano di essere un po’ sfasate rispetto alla complessit­à della realtà». «Ci sono delle tipologie che non vengono rilevate dalle cifre ufficiali – concorda il capodicast­ero Socialità di Lugano, Lorenzo Quadri –, persone povere o in difficoltà che non sono in assistenza, e che per non entrarvi o perché non ne hanno diritto, ricorrono a questo tipo di aiuto. Il fatto che diminuisca­no le persone in assistenza non si tramuta necessaria­mente anche in un calo della povertà».

Boom della spesa sociale a Lugano

Nel caso specifico di Lugano – comune che da solo ospita oltre un quarto delle persone in assistenza –, «sono in aumento le spese del Regolament­o sociale comunale», aggiunge il municipale. «C’è una crescita importante, dovuta principalm­ente alle misure di risparmio del Cantone». Nel febbraio 2017 il Gran Consiglio votò infatti un pacchetto di riequilibr­io delle finanze cantonali, che fra le altre cose prevedeva tagli in ambito sociale, in particolar modo degli assegni integrativ­i (Afi) e di prima infanzia (Api), rivolti ai minorenni. «Tra pochi mesi sarà pronto lo studio sulla povertà e allora avremo gli strumenti per valutare se aggiornare o meno il regolament­o». Intanto la Città non rimane con le mani in mano. «Oltre a Tavolino Magico, le associazio­ni che operano sul territorio sono tante, dal Soccorso d’inverno alle Vincenzian­e – ricorda Quadri –. L’anno scorso abbiamo creato un tavolo di lavoro per favorire il dialogo. I primi incontri sono stati positivi: lo scopo è migliorare il coordiname­nto, non disperdere le energie, per aiutare meglio chi ha bisogno».

Il risparmio? Alle politiche famigliari

«Il tema è complesso, ma bisogna fare degli importanti distinguo – sottolinea-

no dalla Divisione dell’azione sociale e delle famiglie del Dss –. La copertura del fabbisogno garantita ai beneficiar­i di prestazion­i sociali permette di soddisfare i principali bisogni senza necessaria­mente dover ricorrere a ulteriore sostegno. Sono situazioni differenti. È chiaro che quella di chi sta in assistenza non è una situazione di agio, ma comunque di copertura del fabbisogno minimo». Respinte inoltre le accuse di star perdendo il polso della situazione: «In ambito sociale è importante il lavoro di rete: quando funziona è possibile soddisfare esigenze puntuali e accompagna­re le persone

verso possibili ulteriori forme di sostegno. La prossimità è un valore fondamenta­le: ha rapporti diretti con le persone in difficoltà e può intervenir­e in modo puntuale. La procedura di richiesta di sostegno sociale parte infatti dagli uffici comunali, antenne sul territorio». Riguardo agli Afi e agli Api, infine, una puntualizz­azione: «Questo aiuto alle famiglie con figli fino a 15 anni è stato rivisto nell’ambito dell’esigenza di pareggio di bilancio, con tuttavia un riorientam­ento di parte della spesa (il 50%) a favore di politiche a sostegno della conciliabi­lità famiglia e lavoro».

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TI-PRESS Il disagio finanziari­o assume forme diverse. Tutte conteggiat­e?

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