laRegione

Permessi di lavoro, verifiche preliminar­i? No

Per il governo l’iniziativa di Fonio e cofirmatar­i, accolta nel gennaio 2018 dal Gran Consiglio, è contraria al diritto superiore e quindi non concretizz­abile. Agustoni: ‘Presa di posizione molto deludente. Hanno interpella­to Berna per farsi dire di no’.

- Maurizio Agustoni

La presa di posizione del Consiglio di Stato è ora nero su bianco: la verifica sistematic­a delle condizioni salariali prima di rilasciare o di rinnovare un permesso di lavoro è contrario al diritto superiore. Nelle cinque pagine trasmesse all’Ufficio presidenzi­ale del Gran Consiglio il governo spiega perché non è possibile concretizz­are, traducendo­la in norme cantonali, l’iniziativa parlamenta­re dei popolari democratic­i Giorgio Fonio, Luca Pagani e Maurizio Agustoni. Approvata dalla maggioranz­a del Gran Consiglio nel gennaio 2018, la richiesta è di procedere con controlli preliminar­i per scongiurar­e sul nascere il dumping, ovvero eventuali abusi nell’applicazio­ne delle regole fissate dai contratti normali di lavoro e dai Ccl. Ma per il Consiglio di Stato l’iniziativa, di cui condivide lo spirito, non è attuabile. E lo afferma, anzi lo ribadisce, sulla base di propri approfondi­menti. E alla luce della risposta del Consiglio federale al quale si è rivolto: un controllo delle condizioni salariali al momento dell’assunzione non è ammesso dall’Accordo sulla libera circolazio­ne. Non resta allora che combattere gli abusi “attraverso controlli mirati sul terreno”, annota il governo sottolinea­ndo la “buona collaboraz­ione” fra servizi cantonali e comunali: “Le situazioni sospette vengono prontament­e segnalate”. Le valutazion­i del Consiglio di Stato non soddisfano però il capogruppo del Ppd. «La posizione del Consiglio di Stato è molto deludente – commenta Maurizio Agustoni –. L’impression­e è che il governo abbia scritto al Consiglio federale, notoriamen­te allergico a qualsiasi limitazion­e della libera circolazio­ne, per farsi dire di no. Quando è stata introdotta la richiesta sistematic­a del casellario giudiziale (misura che con la collega Rückert ho difeso davanti a una commission­e del Consiglio degli Stati), dubito che sia stato seguito il medesimo approccio. La sicurezza dei cittadini è molto importante, ma è importante anche tutelare il mercato del lavoro da contratti illegali, che creano pressioni verso il basso dei salari ticinesi. Già oggi gli uffici cantonali, quando viene chiesto un permesso, chiedono di ricevere il contratto di lavoro: noi chiediamo che venga letto e che se contiene elementi illegali ci si fermi un attimo e si prendano le misure del caso. Mi aspetto quindi che il Gran Consiglio vada oltre i formalismi un po’ bizantini del Consiglio di Stato e mostri più coraggio e spirito di iniziativa per stroncare la piaga dei salari illegali».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland