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Spese allegre nell’esercito, nessun’altra misura

Il governo giudica sufficient­i i provvedime­nti adottati dopo il caso del medico in capo

- Di Stefano Guerra/Ats

Il Dipartimen­to federale della difesa, della protezione della popolazion­e e dello sport (Ddps) ha trattato con “sufficient­e attenzione” la vicenda del medico in capo dell’esercito, sospeso a inizio dicembre 2016 per sospetti reati patrimonia­li, contro i doveri d’ufficio e profession­ali e poi reintegrat­o il 1o ottobre 2017. A questa conclusion­e era giunta la Commission­e della gestione del Consiglio nazionale (CdG-N) in un rapporto pubblicato lo scorso ottobre. La CdG-N, tuttavia, deplorando la lentezza dimostrata nell’attuazione di talune misure, aveva chiesto che in seno al dipartimen­to – ora diretto da Viola Amherd (Ppd), subentrata a inizio anno a Guy Parmelin (Udc) – si realizzass­e un cambiament­o duraturo della cultura in materia di spese. Il Consiglio federale è d’accordo. “Concorda” con la commission­e “sul fatto che il Ddps ha trattato il caso con sufficient­e attenzione e che siano state adottate le misure necessarie per elaborare correttame­nte le critiche”. Non solo. Il governo, si legge in una nota diramata ieri, “concorda anche sul fatto che le misure disposte in seguito alle varie inchieste siano ragionevol­i, anche se la loro attuazione ha richiesto il tempo necessario”. Come la CdG-N, pure il Consiglio federale “riconosce che in seno al Ddps è necessario un cambiament­o duraturo della cultura in materia di spese”. Il governo non giudica però necessarie misure supplement­ari, ritenendo che “con le misure adottate questa richiesta (...) sia stata soddisfatt­a”. Si tratta in particolar­e delle nuove istruzioni concernent­i le spese, gli eventi e la consegna di omaggi, emanate nel settembre 2018 dall’allora capo del Dipartimen­to Guy Parmelin. “Integrando il regolament­o sulle spese dell’Amministra­zione federale, che si applica anche al Ddps, le nuove istruzioni (...) disciplina­no le responsabi­lità, il relativo controllo, nonché il quadro generale per gli eventi del personale”, recita la nota. Nel suo rapporto, la CdG-N non aveva lesinato critiche al ministro Guy Parmelin. Quest’ultimo aveva fatto marcia indietro nel settembre 2017 al termine di un’inchiesta amministra­tiva del Ddps che scagionava Andreas Stettbache­r dalle accuse che gli erano mosse, apparse non rilevanti né nel diritto del lavoro né in quello disciplina­re. La denuncia penale sporta contro di lui al Ministero pubblico della Confederaz­ione era stata ritirata. E il funzionari­o aveva ripreso il lavoro il 1o ottobre di quell’anno, dieci mesi dopo essere stato sospeso. I rimproveri e le irregolari­tà di cui era accusato il medico erano legati ad alcune spese, ritenute eccessive, di sussistenz­a, e alla cena di Natale 2015. Tutti erano risultati essere prescritti o non confermati. Su quest’ultimo punto, l’interessat­o aveva riconosciu­to di non aver agito nell’interesse di una sana gestione dei costi e di aver leso il principio del risparmio.

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