Spese allegre nell’esercito, nessun’altra misura
Il governo giudica sufficienti i provvedimenti adottati dopo il caso del medico in capo
Il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (Ddps) ha trattato con “sufficiente attenzione” la vicenda del medico in capo dell’esercito, sospeso a inizio dicembre 2016 per sospetti reati patrimoniali, contro i doveri d’ufficio e professionali e poi reintegrato il 1o ottobre 2017. A questa conclusione era giunta la Commissione della gestione del Consiglio nazionale (CdG-N) in un rapporto pubblicato lo scorso ottobre. La CdG-N, tuttavia, deplorando la lentezza dimostrata nell’attuazione di talune misure, aveva chiesto che in seno al dipartimento – ora diretto da Viola Amherd (Ppd), subentrata a inizio anno a Guy Parmelin (Udc) – si realizzasse un cambiamento duraturo della cultura in materia di spese. Il Consiglio federale è d’accordo. “Concorda” con la commissione “sul fatto che il Ddps ha trattato il caso con sufficiente attenzione e che siano state adottate le misure necessarie per elaborare correttamente le critiche”. Non solo. Il governo, si legge in una nota diramata ieri, “concorda anche sul fatto che le misure disposte in seguito alle varie inchieste siano ragionevoli, anche se la loro attuazione ha richiesto il tempo necessario”. Come la CdG-N, pure il Consiglio federale “riconosce che in seno al Ddps è necessario un cambiamento duraturo della cultura in materia di spese”. Il governo non giudica però necessarie misure supplementari, ritenendo che “con le misure adottate questa richiesta (...) sia stata soddisfatta”. Si tratta in particolare delle nuove istruzioni concernenti le spese, gli eventi e la consegna di omaggi, emanate nel settembre 2018 dall’allora capo del Dipartimento Guy Parmelin. “Integrando il regolamento sulle spese dell’Amministrazione federale, che si applica anche al Ddps, le nuove istruzioni (...) disciplinano le responsabilità, il relativo controllo, nonché il quadro generale per gli eventi del personale”, recita la nota. Nel suo rapporto, la CdG-N non aveva lesinato critiche al ministro Guy Parmelin. Quest’ultimo aveva fatto marcia indietro nel settembre 2017 al termine di un’inchiesta amministrativa del Ddps che scagionava Andreas Stettbacher dalle accuse che gli erano mosse, apparse non rilevanti né nel diritto del lavoro né in quello disciplinare. La denuncia penale sporta contro di lui al Ministero pubblico della Confederazione era stata ritirata. E il funzionario aveva ripreso il lavoro il 1o ottobre di quell’anno, dieci mesi dopo essere stato sospeso. I rimproveri e le irregolarità di cui era accusato il medico erano legati ad alcune spese, ritenute eccessive, di sussistenza, e alla cena di Natale 2015. Tutti erano risultati essere prescritti o non confermati. Su quest’ultimo punto, l’interessato aveva riconosciuto di non aver agito nell’interesse di una sana gestione dei costi e di aver leso il principio del risparmio.