Campione, Bruschi: ‘Bisognerà fare sacrifici’
«Il giorno in cui ho dato la mia disponibilità ad assumere l’incarico di commissario del Casinò di Campione d’Italia, ho chiamato il collega Zanzi. Una lunga e utile telefonata». Maurizio Bruschi, 73enne romano, già direttore centrale del Ministero dell’interno, una lunga esperienza anche nel funzionamento degli enti locali, indicato come commissario straordinario della casa da gioco dell’enclave, chiusa dallo scorso 27 luglio. A quando risale la telefonata? «Ad una ventina di giorni fa». Come spiega il fatto che la nomina non è stata ancora ufficializzata? «Bisognerebbe chiederlo al premier Conte. Posso avanzare una ipotesi». Quale? «Il fatto che si è in attesa del pronunciamento della Corte d’appello di Milano, davanti alla quale è stato discusso il reclamo alla sentenza di fallimento del Tribunale di Como». I giudici milanesi hanno tempo novanta giorni per depositare la loro sentenza, per cui sino al 17 aprile: un’eternità se si considera la posta in palio… «Comprendo l’attesa dei campionesi. C’è da sperare che possa arrivare prima». Torniamo alla telefonata con l’ex prefetto Giorgio Zanzi. Cosa ne ha ricavato? «Innanzitutto, quando dal Ministero dell’interno, mi è stata prospettata la possibilità di rendermi utile per Campione ho cercato di saperne di più, anche attraverso i giornali. E da subito, ma non ci voleva molto, ho capito che la situazione è estremamente difficile, ma non impossibile. Occorre, però, che da parte di tutti ci sia la consapevolezza che siamo in una situazione che richiede sacrifici. Una situazione disperata, ma comunque non impossibile da affrontare». Si è già fatto un’idea su cosa fare? «L’incarico al commissario prevede che lo stesso valuti la possibilità di risanare la società fallita nella quale il Comune dovrà avere un ruolo, essendo il proprietario della licenza. A meno di cambiare le norme». Il sottosegretario all’economia Garavaglia, a ‘Il Sole 24 Ore’, ha detto che sarebbe allo studio un “modello Campione” per la gestione del Casinò, che prevede una gestione privata. «Inizialmente il commissario dovrà capire se esiste la possibilità di risanare la società. Esclusa questa soluzione, si può pensare ad una nuova società». A ‘laRegione’ risulta che, nell’ipotesi dell’accoglimento del reclamo dai giudici d’appello, a gestire il Casinò di Campione d'Italia sarebbe comunque un commissario straordinario. E ciò per via della massa di debito della casa da gioco. Intanto, Niccolò Invidia, deputato luinese del Movimento 5 Stelle, e il collega Giovanni Currò in una nota rilevano che “gli enormi errori del passato politico” sono un enorme ostacolo per la rinascita della comunità, ma chiederanno un nuovo intervento per garantire i servizi essenziali alla cittadinanza. E sono la causa del fatto che i 10 milioni trasferiti dal governo al Comune, invece di pagare alcuni arretrati dei lavoratori campionesi e i debiti con la Svizzera e i fornitori, sono stati usati per appianare (in parte) il debito con la Banca.