Mica facile, imparare a vincere
Fabio Celestini è però sicuro che il suo Lugano ha le qualità tecniche e umane per uscire dal momento difficile
Una squadra che si allena bene, con il giusto atteggiamento che poi porta, a parte qualche rara eccezione (ad esempio il disastroso esordio nel 2019 fallito contro il Thun) anche in campo, dove i giocatori sanno esattamente cosa devono fare e a tratti lo fanno anche bene. È così che spesso abbiamo sentito descrivere il Lugano targato Celestini, la maggior parte delle volte proprio dal tecnico vodese. I risultati però dicono che nelle dodici partite (una di Coppa) con l’ex internazionale rossocrociato alla guida, i bianconeri hanno vinto solo tre volte, pareggiato quattro e perso cinque. A questo punto viene da chiedersi se forse non sia la qualità della rosa ticinese ad essere meno elevata di quel che si pensi... «Assolutamente no – afferma sicuro Celestini, al quale abbiamo posto la domanda –. Ho una fiducia cieca in questa squadra, sia per quel che riguarda la qualità tecnica, sia a livello di valori umani e non è per i risultati che faticano ad arrivare che cambio opinione o che non arrivo felice al campo. Nel calcio però c’è un aspetto fondamentale che è lo spirito di squadra e di competizione, che fa la differenza tra un gruppo buono nel quale si vive bene, e uno che va in campo per vincere le partite. Ma questo spirito bisogna crearlo, non è che ce l’hai così, per magia. Bisogna lavorarci, noi lo abbiamo fatto (ad esempio anche nel ritiro invernale in Spagna) e lo stiamo facendo. Il punto è che dobbiamo riuscire a trasmettere tutto questo sul campo e a diventare competitivi. Ma sul serio. E tutti insieme per 95 minuti. Deve essere il nostro spirito a darci quel
qualcosa in più che ci permette di non prendere gol all’ultimo secondo (come capitato domenica al Tourbillon, ndr) o di segnare il 3-1 e chiudere la partita. Per me si tratta di costruire un gruppo vincente e non è facile farlo attraverso pareggi e sconfitte, però è anche passando da questi momenti che si acquisisce consapevolezza e che si impara a vincere». Una strada seguita anche nella settimana che dalla partita di Sion ha portato a quella di oggi contro il Lucerna... «Abbiamo lavorato molto su noi stessi, come già capitato dopo la brutta prestazione contro il Thun e infatti la risposta si è vista in campo. Il fatto che non siamo riusciti a
portare a casa il match nonostante lo meritassimo, ci ha fatto capire che c’è ancora molto da fare in quella direzione. Lamentarsi non serve a nulla, bisogna lavorare a testa bassa e soprattutto stare insieme, credere in quello che facciamo come gruppo ed essere pronti a morire sul campo per i compagni e per la squadra». Creare e gestire lo spirito di gruppo è uno dei compiti dell’allenatore... «È il più bello, ma anche il più difficile. Innanzitutto bisogna capire i meccanismi. Ad esempio quando sono arrivato, dopo la sconfitta all’esordio sono arrivate tre vittorie di fila (una in Coppa, ndr) e anche senza troppo lavoro la squadra ha assimilato i miei concetti e ha subito trovato
un’identità di gioco. Adesso invece siamo più indietro a livello di gioco, ma perché ci manca la fiducia che c’era in quel momento. E l’allenatore oltre a scegliere i giocatori da mandare in campo e a trovare le soluzioni tattiche, deve lavorare anche su quello, per creare appunto un gruppo vincente». Un aiuto in questo senso dovrebbe arrivare anche dall’interno, ossia «dai leader della squadra, elementi in grado di trascinare i compagni ed evitare che il gruppo si disunisca nei momenti difficili. In questo senso sì, da determinati giocatori mi aspetto un ulteriore passo in avanti». Quanto alla partita di oggi, l’ex allenatore del Losanna si aspetta «a prescindere dall’avversario, un grande Lugano. Abbiamo dimostrato che se scendiamo in campo con l’atteggiamento giusto e facciamo la nostra partita, possiamo tenere testa a qualsiasi squadra. Vorrei vedere la mia squadra sulla stessa lunghezza d’onda di Sion, ma con ancora un po’ più di spirito e di voglia di vincere, sono sicuro che andrà bene e che quei cinque secondi di troppo che ci sono costati il pareggio in Vallese, stavolta non ci fregheranno. Lo ribadisco, ho grande fiducia in questo gruppo, ma ora è arrivato il momento di vincere qualche partita. Anche perché a questo punto la nostra progressione nel gioco potrà continuare solo con una vittoria».