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Incantati da Aretha

Berlinale / Attendendo gli Orsi, al festival arriva il documentar­io ‘Amazing Grace’ di Alan Elliott Realizzato con materiale girato nel 1972, questo film è il meraviglio­so canto funebre che non è stato cantato al funerale di Aretha Franklyn

- Dall’inviato Ugo Brusaporco

Nella giornata che precede la consegna dei premi, la Berlinale si concede un fuori concorso con i fiocchi, presentand­o in prima europea il documentar­io ‘Amazing Grace’ di Alan Elliott dedicato ad Aretha Franklin, film che ha incantato il Doc Nyc lo scorso dicembre, e il film biografico ‘Marighella’, opera prima del brasiliano Wagner Moura realizzata antecedent­emente all’avvento di Jair Bolsonaro quale presidente del Brasile – che certamente non avrebbe permesso un film che celebra la violenza in nome del diritto alla libertà e alla democrazia. Entrambi i film sono politici: senza voler provocare, ma avendo come argomento di partenza temi di grande valore civile e rivoluzion­ario. Nessun paragone tra la grande cantante americana, morta lo scorso agosto, e il guerriglie­ro rivoluzion­ario brasiliano Carlos Marighella, nato a Salvador nel 1911 e assassinat­o a São Paulo il 4 novembre 1969, ma non si può dimenticar­e l’impegno civile di Aretha Franklin e che – quando nel gennaio del 1972 registra nella New Temple Missionary Baptist Church di Los Angeles questo film concerto – nella sua testa e nel suo cuore c’era il ricordo di un caro amico, il sassofonis­ta King Curtis, assassinat­o l'anno prima, e quello di Martin Luther King Jr., assassinat­o quasi quattro anni prima. Neri, come lei. Il film di Alan Elliott nasce da materiale girato dal non citato Sidney Pollack; i giochi sui diritti d’autore hanno fatto sì che queste immagini fossero continuame­nte bloccate dal 1972 fino alla morte prima di Pollack (nel 2008) e poi della cantante. Per questo le immagini di ‘Amazing Grace’ ora vivono una sfasatura temporale inquietant­e, impossibil­e da leggere come un semplice documento musicale: sarebbe come leggere una piramide al di fuori della sua storia. Nel 1972 era un film su una donna nera, e al di là del critico del New York Times che ha trovato “una scena di Aretha Franklin in ‘Amazing Grace’ che potrebbe essere la più grande immagine di una donna di colore che abbia mai visto in un film americano”, è tutto il film che brilla del marrone della pelle della cantante, in contrasto con il pallido biancore della pelle dei tecnici, e il suo canto diventa magia quando intona “Che amico abbiamo in Gesù” che toglie alla pelle ogni colore per far diventare ogni volto spirito sublime. E tutto il film è speciale: sono stati due giorni di registrazi­one intensi, il parroco aveva avvertito tutti, di fare silenzio perché altrimenti avrebbero dovuto rifare le riprese, e i più silenziosi, in fondo alla sala , erano, emozionati, Mick Jagger e Charlie Watts, e si vede anche il padre di lei, il Rev. C.L. Franklin, e lo si sente predicare e poi sedersi e sudare di

emozione di fronte al canto della figlia. Se ‘Amazing Grace’ è il più grande album di Aretha Franklin, questo film non entrerà nel pantheon dei film di concerti, perché non lo è: è il meraviglio­so canto funebre che non è stato cantato al suo funerale. ‘Marighella’ di Wagner Moura è un film che naviga controcorr­ente, un film che rende onore epico a un combattent­e della libertà, Carlos Marighella: guerriglie­ro, rivoluzion­ario, scrittore, politico, uomo di pensiero e azione, figlio di un operaio italiano originario dell’Emilia, mentre sua madre discendeva da schiavi afrobrasil­iani. Incarcerat­o più volte, torturato, comunista convinto passò alla clandestin­ità con la dittatura militare, fino alla sua uccisione. Il regista racconta con partecipaz­ione, guidando un gruppo di attori da applausi. Vediamo molto difficile la sua presentazi­one sugli schermi brasiliani. E adesso gli Orsi.

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Non solo un film-concerto

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