Media quo vadis: lo sguardo di Pilet
Il Club Plinio Verda è, come si usa dire in gergo giornalistico, sempre sul pezzo, su argomenti d’attualità: lo scorso novembre con la presentazione del libro di Dick Marty ‘Une certaine idée de la justice’, e fra poco con il giornalista Jacques Pilet, in prima linea sulla scena mediatica nazionale, creatore di ‘L’Hebdo’ e ‘Le Nouveau Quotidien’ (poi divenuto ‘Le Temps’). Un uomo che come pochi conosce vita, morte e miracoli (se ce ne saranno ancora) della stampa elvetica. Pilet sarà ospite dell’associazione mercoledì 20 febbraio alle 18 nella sala del Consiglio comunale di Bellinzona. Dialogherà con la giornalista Monica Piffaretti sul tema della metamorfosi in corso nel mondo della stampa alle prese con la digitalizzazione, fenomeno epocale che sta sconvolgendo (anche) l’informazione. Cuore del dibattito sarà la sorte dei giornali, messi sotto pressione e in cerca di nuove formule e forme oltre la dimensione cartacea. Talune testate hanno già pagato il prezzo della rivoluzione e se ne sono andate: ultima in ordine di tempo il ‘Giornale del popolo’, ma ‘L’Hebdo’ stesso ha finito la sua storia senza che la levata di scudi dalla Romandia potesse cambiare i destini decisi dall’editore Ringier di Zurigo. Idem per ‘Le Matin’, il popolare foglio quotidiano, edito da Tamedia. Che fare? Come fare? Quali i rischi dei processi in corso per il cittadino che vuole informarsi? La libertà di stampa e il pluralismo soffriranno? E la qualità della democrazia? Si può intervenire? Il Club Plinio Verda ha anche pubblicato gli atti di un convegno dedicato alla stampa di opinione nel Canton Ticino. Un grandangolo storico che ha analizzato la fine delle testate di partito, mattatrici della scena mediatica. Testate con una vis polemica utile alla democrazia, capaci di creare uno spazio di duro – ma civile – confronto fra correnti di pensiero. Fogli uno dopo l’altro usciti di scena per lasciar posto a giornali indipendenti. Nel volumetto intitolato ‘La stampa d’opinione in Ticino (anni ’50-’80) dall’apogeo al declino’, dedicato a due penne e teste di provata indipendenza e lucidità, Sergio Salvioni e Pier Felice Barchi e curato dall’insegnante d’italiano e ricercatore Simone Bionda, una serie di esperti – Orazio Martinetti, Enrico Morresi, Virgilio Vitali e Silvano Toppi – raccontano l’epoca e la sua fine, che va di pari passo con la crisi dei partiti. Non per nostalgie mal riposte, ma per apprendere dalla storia. Non si ripete, ma è sempre maestra. Anche nelle moderne/odierne nebbie. RED