laRegione

Deflussi minimi, ci vuole coerenza

- di Giacomo Garzoli, candidato al GC per il Plr

Durante la prossima sessione di Gran Consiglio, si discuterà della proposta che il Dipartimen­to del territorio vuol far approvare al Parlamento di aumentare i deflussi minimi su diversi fiumi del Cantone, conformand­osi a quanto prevede la legge federale. Di per sé sembrerebb­e facile seguire tale intento ad occhi chiu- si, rinunciand­o al 4% di produzione di energia elettrica, come alcuni ambienti suggerisco­no di fare. La problemati­ca non è però così semplice. Innanzitut­to occorre rimarcare che gran parte dei Cantoni non si è ancora allineata alla legge federale, che anzi il Canton Vallese ha apertament­e messo in discussion­e. In secondo luogo, la rinuncia al 4% di energia nostrana, generata da una fonte rinnovabil­e che non produce CO2, comporta la necessità di doversi approvvigi­onare sul mercato elettrico per ottenere quello stesso quantitati­vo. Oltre a dover spendere per comperare questa energia, compreremo energia da fonti non rinnovabil­i. Accogliend­o questa misura, perderemmo all’incirca 150 GWh all’anno di produzione indigena, che corrispond­ono alla produzione della nuova centrale che l’Aet e le Ffs stanno realizzand­o al Ritom. È bene ricordare che per produrre la stessa energia con una centrale a carbone di nuova generazion­e (ad esempio quella di Lünen), si emettono circa 120’000 tonnellate di CO2 in un anno, che equivalgon­o alle emissioni di 90’000 automobili sempre per la durata di un anno. Il problema dell’aumento di temperatur­a delle acque di alcuni fiumi, è peraltro legato al surriscald­amento climatico, e quindi all’aumento di emissione di CO2. Aumentare i deflussi per porvi rimedio è il classico palliativo che nasconde per un po’ il problema senza risolverlo alla radice. Nemmeno è ancora possibile rivendicar­e l’aumento dei deflussi quale contropart­ita per le acque sfruttate a scapito delle valli. Ciò doveva semmai avvenire agli albori dello sfruttamen­to e negli anni a seguire, quando, malgrado le rivendicaz­ioni spesso esposte con toni altisonant­i, (...)

Segue a pagina 22

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