laRegione

Dal ponte del diavolo al Ceneri, fra mille ostacoli

- Di Thomas Bolli *

Venticinqu­e anni fa il popolo ha detto ‘sì’ all’Iniziativa delle Alpi. L’associazio­ne che l’ha lanciata è un movimento di cittadine e cittadini – e anche oggi un modello in tutta l’Europa per la politica di trasferime­nto. Grazie all’iniziativa delle Alpi oggi transitano molti meno camion dalle Alpi svizzere, contrariam­ente a quanto avviene in Austria o in Italia. Tuttavia, il Consiglio federale non ha di gran lunga ancora fatto i suoi compiti. Fino al 1980 c’erano solo pochi camion in transito dalle montagne svizzere. Le merci erano trasportat­e con la ferrovia. Poi è stata aperta la galleria stradale del San Gottardo e la situazione è cambiata completame­nte. Il numero di camion al Gottardo aumentò rapidament­e. Ciò suscitò rabbia nelle valli di montagna. Nel 1987 gli ambientali­sti alpini del Vallese, Ticino, Grigioni e Uri si incontraro­no per la prima volta ad Andermatt per discutere di un’iniziativa popolare sul traffico alpino. Ne scaturì l’associazio­ne Iniziativa delle Alpi, che voleva iscrivere due richieste fondamenta­li nella Costituzio­ne: il trasferime­nto del trasporto transalpin­o dalla strada alle rotaie e nessun potenziame­nto delle strade di transito attraverso le Alpi.

Un’iniziativa sottovalut­ata

Nel 1989 fu lanciata l’omonima iniziativa popolare presso il ponte del diavolo nella gola della Schöllenen. Le prospettiv­e di successo sembravano scarse, a quel tempo era molto raro che un’iniziativa popolare conquistas­se la maggioranz­a in votazione. Inoltre, le altre associazio­ni ambientali­ste non sostennero l’iniziativa delle Alpi, almeno non all’inizio. La Svizzera fu piuttosto attonita quando, il 20 febbraio 1994, la maggioranz­a dei votanti e dei cantoni disse ‘sì’. I partiti borghesi e il Consiglio federale avevano sottovalut­ato la forza d’impatto dell’iniziativa, l’attaccamen­to del popolo alle montagne e il malcontent­o per la crescente invasione di camion e la distruzion­e del paesaggio. Negli anni successivi l’Iniziativa delle Alpi si è difesa con successo dagli attacchi politici che miravano a indebolire la protezione delle Alpi, che fosse con l’opposizion­e alla tassa sul traffico pesante, l’allentamen­to del divieto di circolazio­ne notturna, il consapevol­e rinvio dell’incarico di trasferime­nto del traffico merci dalla strada alla ferrovia o, nel 2004, col tentativo di far passare il raddoppio della galleria stradale del Gottardo (controprog­etto ‘Avanti’). Un raddoppio che nel 2016 la ministra dei trasporti Doris Leuthard riuscì a far approvare con un trucco giuridico: il secondo tubo può essere costruito, ma ciascuna canna percorsa solo su una corsia. Jon Pult, presidente dell’Iniziativa delle Alpi: “L’argomentaz­ione di Doris Leuthard, che si userà la seconda canna solo a metà, è bugiarda – il calcestruz­zo tiene sempre più a lungo delle promesse”.

Il confronto col Brennero

Il successo più evidente dell’iniziativa delle Alpi si vede nella rilevante diminuzion­e dei transiti di camion attraverso le Alpi svizzere (cfr. grafico). La situazione è molto diversa al Brennero, dove ogni anno transitano più di 2 milioni di camion. Secondo la legge, l’obiettivo di trasferime­nto di 650mila camion al massimo l’anno avrebbe dovuto essere raggiunto al più tardi entro fine 2018. Ora il Consiglio federale ci consola aspettando l’apertura della galleria di base del Ceneri nel 2020. Dopo i politici non avranno più scuse, allora il trasferime­nto del trasporto merci transalpin­o sulla ferrovia sarà definitiva­mente possibile. Per Jon Pult è chiaro: “La protezione delle Alpi è più necessaria che mai di fronte ai cambiament­i climatici e alla crescente esuberanza dei trasporti”.

* già portavoce dell’Iniziativa delle Alpi

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland