Dal ponte del diavolo al Ceneri, fra mille ostacoli
Venticinque anni fa il popolo ha detto ‘sì’ all’Iniziativa delle Alpi. L’associazione che l’ha lanciata è un movimento di cittadine e cittadini – e anche oggi un modello in tutta l’Europa per la politica di trasferimento. Grazie all’iniziativa delle Alpi oggi transitano molti meno camion dalle Alpi svizzere, contrariamente a quanto avviene in Austria o in Italia. Tuttavia, il Consiglio federale non ha di gran lunga ancora fatto i suoi compiti. Fino al 1980 c’erano solo pochi camion in transito dalle montagne svizzere. Le merci erano trasportate con la ferrovia. Poi è stata aperta la galleria stradale del San Gottardo e la situazione è cambiata completamente. Il numero di camion al Gottardo aumentò rapidamente. Ciò suscitò rabbia nelle valli di montagna. Nel 1987 gli ambientalisti alpini del Vallese, Ticino, Grigioni e Uri si incontrarono per la prima volta ad Andermatt per discutere di un’iniziativa popolare sul traffico alpino. Ne scaturì l’associazione Iniziativa delle Alpi, che voleva iscrivere due richieste fondamentali nella Costituzione: il trasferimento del trasporto transalpino dalla strada alle rotaie e nessun potenziamento delle strade di transito attraverso le Alpi.
Un’iniziativa sottovalutata
Nel 1989 fu lanciata l’omonima iniziativa popolare presso il ponte del diavolo nella gola della Schöllenen. Le prospettive di successo sembravano scarse, a quel tempo era molto raro che un’iniziativa popolare conquistasse la maggioranza in votazione. Inoltre, le altre associazioni ambientaliste non sostennero l’iniziativa delle Alpi, almeno non all’inizio. La Svizzera fu piuttosto attonita quando, il 20 febbraio 1994, la maggioranza dei votanti e dei cantoni disse ‘sì’. I partiti borghesi e il Consiglio federale avevano sottovalutato la forza d’impatto dell’iniziativa, l’attaccamento del popolo alle montagne e il malcontento per la crescente invasione di camion e la distruzione del paesaggio. Negli anni successivi l’Iniziativa delle Alpi si è difesa con successo dagli attacchi politici che miravano a indebolire la protezione delle Alpi, che fosse con l’opposizione alla tassa sul traffico pesante, l’allentamento del divieto di circolazione notturna, il consapevole rinvio dell’incarico di trasferimento del traffico merci dalla strada alla ferrovia o, nel 2004, col tentativo di far passare il raddoppio della galleria stradale del Gottardo (controprogetto ‘Avanti’). Un raddoppio che nel 2016 la ministra dei trasporti Doris Leuthard riuscì a far approvare con un trucco giuridico: il secondo tubo può essere costruito, ma ciascuna canna percorsa solo su una corsia. Jon Pult, presidente dell’Iniziativa delle Alpi: “L’argomentazione di Doris Leuthard, che si userà la seconda canna solo a metà, è bugiarda – il calcestruzzo tiene sempre più a lungo delle promesse”.
Il confronto col Brennero
Il successo più evidente dell’iniziativa delle Alpi si vede nella rilevante diminuzione dei transiti di camion attraverso le Alpi svizzere (cfr. grafico). La situazione è molto diversa al Brennero, dove ogni anno transitano più di 2 milioni di camion. Secondo la legge, l’obiettivo di trasferimento di 650mila camion al massimo l’anno avrebbe dovuto essere raggiunto al più tardi entro fine 2018. Ora il Consiglio federale ci consola aspettando l’apertura della galleria di base del Ceneri nel 2020. Dopo i politici non avranno più scuse, allora il trasferimento del trasporto merci transalpino sulla ferrovia sarà definitivamente possibile. Per Jon Pult è chiaro: “La protezione delle Alpi è più necessaria che mai di fronte ai cambiamenti climatici e alla crescente esuberanza dei trasporti”.
* già portavoce dell’Iniziativa delle Alpi