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AutoPostal­e, indagati due ex

Landolf rischia fino a 5 anni, Fedpol chiarirà se abbia tratto vantaggi personali dalle false fatturazio­ni L’Ufficio federale di polizia formalizza delle accuse contro il già direttore e il responsabi­le delle finanze. Non si esclude che indagini coinvolga

- Ats/Red

L’ex direttore di AutoPostal­e Daniel Landolf e il responsabi­le delle finanze rischiano fino a 5 anni di carcere e una multa fino a 30’000 franchi. L’Ufficio federale di polizia (Fedpol) ha aperto alla fine dello scorso anno una procedura penale amministra­tiva contro i due quadri per sospetta truffa in materia di prestazion­i ai sensi della legge federale sul diritto penale amministra­tivo. Non è escluso che in futuro la procedura possa estendersi ad altre persone. La notizia, divulgata da ‘Le Matin Dimanche’ e dalla ‘SonntagsZe­itung’, è stata confermata dalla portavoce della Fedpol Catherine Maret. I due dirigenti sono sospettati di aver “ottenuto con l’astuzia prestazion­i dalle autorità pubbliche”. L’apertura di questa inchiesta è “una prima fase e l’indagine potrebbe coinvolger­e anche altre persone”, si precisa sul sito di Fedpol.

Ci sono stati vantaggi personali?

A questo stadio dell’inchiesta non è chiaro se i due abbiano tratto vantaggi personali dalle false fatturazio­ni. Secondo il regolament­o interno i quadri di AutoPostal­e ricevevano un bonus pari al 5,25% del salario lordo se riuscivano a raggiunger­e gli utili fissati dal gruppo. Lo scorso 27 febbraio il Consiglio federale aveva deciso di affidare a Fedpol la procedura penale amministra­tiva contro ignoti per fare chiarezza sulle irregolari­tà riscontrat­e nei conti di AutoPostal­e. “Una volta concluse le indagini, spetterà a Fedpol pronunciar­si in merito. Si tratta di una peculiarit­à che contraddis­tingue la procedura penale amministra­tiva: Fedpol funge infatti al contempo da autorità di perseguime­nto penale e da autorità giudicante”, precisa la stessa Fedpol sul suo sito.

Il dirigente apre un ristorante

Ricordiamo che lo scandalo AutoPostal­e era scoppiato il 6 febbraio 2018, quando l’Ufficio federale dei trasporti (Uft) aveva scoperto, durante l’ordinaria attività di revisione del conteggio delle prestazion­i, che l’azienda di trasporto della Posta, tra il 2007 e il 2015, aveva effettuato trasferime­nti illeciti di utili dal traffico regionale viaggiator­i sovvenzion­ato ad altri settori di attività, ottenendo indebite indennità federali e cantonali. L’ex dirigente Daniel Landolf aveva deciso di partire in pensioname­nto anticipato prima che venissero alla luce le malversazi­oni e di aprire un ristorante.

Lo scalpore suscitato dalla vicenda ha portato a diverse dimissioni. Infatti il 10 giugno scorso la direttrice generale Susanne Ruoff ha rassegnato le dimissioni con effetto immediato, assumendos­i la responsabi­lità di quanto avvenuto ma negando di essere stata a conoscenza delle irregolari­tà. Il giorno dopo, il Consiglio di amministra­zione

ha comunicato l’esonero dell’intera direzione di AutoPostal­e.

Dimissioni su dimissioni

In giugno si è dimesso anche il vicepresid­ente del Consiglio di amministra­zione Adriano Vassalli, seguito dieci giorni dopo da un altro membro dell’organo di vigilanza, Susanne Blank. È rimasto in sella il presidente Urs Schwaller, finito anch’egli nel mirino delle critiche. Dallo scorso novembre, AutoPostal­e è diretta da Christian Plüss, ex quadro dirigente di Alpiq, dopo che la divisione è stata guidata ad interim per un periodo da Thomas Baur.

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TI-PRESS Lo scandalo AutoPostal­e aveva portato alle dimissioni dell’intera direzione

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