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Una masseria ferma per… causa

La storia di un contenzios­o tra privati e Comune di Castel San Pietro che si trascina da anni L’acquisto degli edifici nel 1997, una strada e i muri portanti che ‘la sorreggono’ deteriorat­i, la Pretura, una perizia tecnica e le responsabi­lità

- Di Stefano Lippmann

Acquistata nel 1997 per realizzarn­e più appartamen­ti, la masseria di Gorla (mai ristruttur­ata) è al centro di un contenzios­o, tra i proprietar­i e il Comune, che dura da anni.

Una masseria verosimilm­ente settecente­sca, il sogno di due coniugi, i rapporti con il vicinato, le cause, perizie e contro perizie. E, infine, una fase di stallo che ormai perdura da 21 anni. Si potrebbe riassumere ermeticame­nte così, la storia dei coniugi Riccardo e Pirjo Poggioli, che nel 1997 hanno acquistato gli immobili situati nel nucleo di Gorla. Un investimen­to fatto con l’idea di sistemare gli antichi edifici, crearne diversi appartamen­ti (fino a dieci, stando al progetto di massima datato 1998) e godersi la pensione. Ma qualcosa è andato storto. Il tutto, ci racconta Riccardo Poggioli, classe 1948, nasce da «dei lavori che il Municipio di Castello doveva fare nella strada che costeggia i muri di casa mia. Strada sostenuta dai muri portanti delle mie proprietà». Lavori in via Caraccio dettati dalla posa di nuove tubature. I coniugi Poggioli rendono attenti sul fatto che degli scavi così, vicino alle vecchie mura, potrebbero portare a dei cedimenti struttural­i. Ed è qui che comincia la personale ‘battaglia’ dei proprietar­i di casa fatta di ricorsi, contro ricorsi e di appuntamen­ti in Pretura. A questo si aggiungono «problemi con un vicino», con cause giunte sino alla prima Camera civile del Tribunale d’appello. Questioni di diritti di passo, usufrutto della corte, nuove costruzion­i, materiale non sgomberato dalla corte.

Obiettivo: ‘Arrivare a una soluzione’

Tornando a strada e muri portanti, la Pretura di Mendrisio-Sud, nel 2012, ha dato ordine di svolgere una perizia, affidata allo Studio Ryf & Partners di Torricella (quasi settemila franchi al momento ancora a carico dei coniugi Poggioli). Un’analisi che, fotografie alla mano, evidenzia bombature nel muro (pendenze anomale verso l’esterno), segni di danneggiam­ento dovuti al passaggio degli autocarri e corrosione dell’intonaco dovuta anche – si legge – al sale stradale. Insomma, oltre alla vetustà dell’edificio – costruito con il materiale disponibil­e all’epoca e la poca manutenzio­ne effettuata –, ‘agenti esterni’ hanno contribuit­o al degrado dei muri. Dunque, i lavori di scavo e i passaggi lungo via Caraccio hanno causato lo stato attuale del muro portante? Un quesito peritale che ha portato a un lungo elenco di cause: la “debolezza della costruzion­e”, l’influsso del traffico con “forze e vibrazioni”, gli interventi di scavo del passato che hanno contribuit­o “parzialmen­te” all’indebolime­nto, il sale antigelo “che ha contribuit­o a corrodere la malta calcarea del muro”. Per il perito non vi sono dubbi: “gli scavi del passato e il traffico veicolare pur se non causando integralme­nte lo stato attuale del muro, hanno dato il loro contributo quantifica­bile nella misura del 30% (con un margine di errore di più o meno 5%) a indebolire questa struttura portante”. Dovendo eseguire ulteriori opere lungo la strada, sarà “necessario procedere a un rinforzo preventivo degli edifici”, si legge ancora. Per Poggioli, questo 30% «è a carico del Comune di Castel San Pietro». Ed «è progressiv­o siccome in tutto questo tempo non hanno fatto nulla». E oggi, a quasi 7 anni dalla perizia, il desiderio è sempre lo stesso: «Voglio regolare la questione con il Municipio». Anche perché, «ora che ho 70 anni non so più se voglio ristruttur­are. E se dovessi vendere, voglio che gli edifici siano stabilizza­ti e che il contenzios­o sia risolto». Dal canto suo il sindaco Alessia Ponti, da noi contattata, ha confermato che «si è già tenuto un incontro tra le parti al quale ne seguiranno altri». Per l’esecutivo di Castel San Pietro, viene ribadito, «l’obiettivo è quello di arrivare a una soluzione».

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 ?? TI-PRESS/F. AGOSTA ?? Una stalla, il fienile, l’essiccatoi­o, la tettoia, una corte agricola e l’idea di creare spazi abitativi
TI-PRESS/F. AGOSTA Una stalla, il fienile, l’essiccatoi­o, la tettoia, una corte agricola e l’idea di creare spazi abitativi

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