Ciao Vincenzo
Sei sempre stato un uomo del fare e non dell’apparire. Questa è l’immagine che mi accompagna (...)
(...) in queste tristi ore di commiato dal collega e amico Vincenzo Nembrini. Una persona generosa, sempre indaffarata, con una solida preparazione matematica e una profonda conoscenza della scuola e del territorio. Ha insegnato per alcuni anni alle elementari di Bellinzona, poi al ginnasio e alla Magistrale di Locarno, infine per un decennio al Liceo di Bellinzona, di cui è stato anche direttore. In seguito, nel 1984, la svolta quando fu proposto da Carlo Speziali a capo dell’allora Sezione per la formazione professionale, in seguito denominata Divisione della formazione professionale. Una nomina combattuta che da subito però si rivelò molto pagante per questo importante settore formativo. Forte dell’esperienza acquisita in ambito scolastico, Vincenzo ha dato anima e corpo affinché il settore professionale fosse rivalutato e valorizzato rispetto a quello degli studi medio superiori, con proposte formative flessibili e sbocchi innovativi.
Prese quindi avvio, sulla scia di quanto fatto dal predecessore Francesco Bertola, un intenso lavoro di potenziamento delle offerte formative affinché i giovani, dagli interessi diversi, potessero disporre di proposte attraenti in contrapposizione al sempre più frequente passaggio al liceo, ma anche per dare risposte adeguate ai bisogni accresciuti dell’economia. Al suo impegno si deve quindi l’introduzione progressiva delle maturità professionali, il varo della Legge sulla formazione professionale e degli adulti, il potenziamento delle scuole dei tecnici, la cantonalizzazione delle scuole professionali comunali di Chiasso e Lugano, l’istituzione a Bellinzona della scuola per il settore alberghiero, il passaggio di alcune scuole alla neonata Supsi e molto altro ancora. Con i suoi collaboratori Nembrini seppe anticipare in molti ambiti quanto la futura Legge federale sulla formazione professionale consoliderà, in particolare nelle professioni della sanità e del sociale. Nei primi anni Duemila si va poi delineando il nuovo assetto formativo con la creazione dei centri di competenza distribuiti nelle diverse località. In quegli anni s’istituisce pure il Fondo cantonale per la formazione professionale, richiesto da un’iniziativa generica del partito socialista, e si realizzano importanti investimenti di edilizia scolastica nei principali centri del cantone. A Nembrini si deve pure l’istituzione a Lugano nel 1991 della sede della Svizzera italiana dell’Istituto svizzero di pedagogia per la formazione professionale, decisione sicuramente favorita dai buoni rapporti da lui intrattenuti a Berna con le autorità federali, dove era riconosciuto e rispettato per competenza, impegno e disponibilità. E nella capitale – lontano dal suo Cantone – il suo cuore, abituato a sorreggerlo nelle frequenti salite con la bicicletta sulle strade della Valle Morobbia, ha cessato improvvisamente di battere. Vincenzo ha fatto parte di quella generazione di alti funzionari con un profondo senso dello Stato e una dedizione completa alle istituzioni. Per favorire il rinnovamento, se necessario, partiva dalla sede di Breganzona e varcava il Ceneri per bussare alle porte dei Consiglieri di Stato per convincerli della bontà delle iniziative proposte. Conclusa la carriera professionale nel 2007, l’interesse per la cosa pubblica lo porta ad assumere – fino al pensionamento del 2011 – la funzione di collaboratore personale di Gabriele Gendotti, attività che già aveva svolto in parte negli anni precedenti, e a essere protagonista discreto della vita politica cantonale. Per il Plr Nembrini è stato consigliere comunale e municipale a Camorino, candidato al Consiglio nazionale, presidente della Società dei maestri liberali radicali. Si è pure impegnato militarmente, assumendo con il grado di capitano il comando di stato maggiore e, in questi ultimi anni, ha operato intensamente a favore dell’Atte. Forte è stato il suo desiderio di ridare riconoscenza e impegno a questo nostro Ticino che gli ha consentito – lui di origini umili – di formarsi, grazie a borse di studio e a prestiti d’onore, e di operare fino ai più alti livelli cantonali e nazionali. Sono queste attestazioni che fanno onore a chi non c’è più e che dovrebbero essere d’esempio per molti di noi.