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‘Sicurezza sì, cassetta no’

Con la Polizia cantonale durante la posa di uno dei nuovi radar semi-stazionari a Malvaglia Il sergente maggiore Tiziano Triacca: ‘Così andiamo a coprire tutte le zone del Ticino e non più come prima solo alcuni punti fissi’

- Di Daniel Ritzer

«Noi puntiamo sulla sicurezza» afferma il sergente maggiore Tiziano Triacca, responsabi­le del Servizio controlli velocità e contravven­zioni.

Ci si trova a Malvaglia, comune di Serravalle, in un terreno privato di fronte alle scuole elementari dove la Polizia cantonale sta posizionan­do uno dei nuovi radar semi-stazionari. Gennaio è stato il primo mese di impiego di questi dispositiv­i mobili e l’impression­e generale è che stiano facendo tanti flash. «Non abbiamo ancora i dati – indica Triacca –, ma è vero che soprattutt­o il primo giorno in cui viene piazzato rileva tanti superament­i di velocità». Il responsabi­le dell’ufficio dei radar ci tiene a sottolinea­re che non ci sono obiettivi di incasso da raggiunger­e all’interno della polizia: «Il nostro obiettivo è non avere più morti e ridurre il numero di incidenti stradali. Certo che entrano dei soldi, ma come per ogni contravven­zione vanno a confluire nelle casse cantonali». Con l’introduzio­ne dei dispositiv­i semi stazionari tra l’altro tutto il ricavato rimane al Cantone, «mentre inizialmen­te con i fissi, i Comuni ricevevano una percentual­e».

Come si fa a decidere dove posizionar­li? «Noi abbiamo chiesto ai municipi di indicarci se vogliono dei controlli e di informarci se ci sono, in base alle loro statistich­e, delle strade particolar­mente pericolose. Poi ci sono anche le segnalazio­ni dei cittadini. Se per esempio ci dicono “qui vanno tutti troppo forte”, ci attiviamo. Poco fa abbiamo ricevuto una richiesta un po’ speciale da una signora, per una strada in cui muoiono tanti gatti. Pure lì andremo a effettuare dei controlli».

Oltre alle segnalazio­ni – spiega Triacca –, la polizia si occupa di sorvegliar­e le strade tramite dei dispositiv­i statistici. «Guardiamo i dati degli incidenti gravi che in generale sono da attribuire alla velocità eccessiva e spesso mettiamo dei rilevatori che non si vedono, oppure i cosiddetti ‘radar amici’». Questi ultimi, quelli delle faccine sorridenti o tristi a dipendenza della velocità delle macchine in circolazio­ne, rilevano costanteme­nte i dati sull’utilizzo delle strade. Dati che poi vengono memorizzat­i e analizzati.

‘Il primo livello è il controllo statistico, anche con i cosiddetti radar amici. Poi ci sono i radar mobili e quelli semi-stazionari’

«I dispositiv­i statistici li consideria­mo l’intervento di primo livello – riprende il Sergente maggiore –. Poi ci sono i radar mobili, i semi-stazionari e i due fissi in autostrada richiesti dall’Ufficio federale della strada (a Balerna e Gentilino, ndr). Inoltre ci avalliamo in modo mirato dalla pistola laser, per andare discretame­nte a colpire quelli che commettono delle infrazioni gravi». Stando alle spiegazion­i di Triacca, la pistola laser serve a rilevare chi supera abbondante­mente le velocità autorizzat­e. In questi casi intervengo­no un operatore e due pattuglie che fermano subito il conducente, «per identifica­rlo, in quanto la qualità delle immagini non è ad alta definizion­e e quindi non sempre si riesce a individuar­e chi è la persona alla guida».

I radar semi stazionari hanno un’autonomia massima di sette giorni e, una volta piazzati, funzionano come un ra- dar fisso: sorveglian­o tutti i veicoli che transitano in entrambe le direzione. «In una strada con tanto traffico e tante infrazioni – riprende Triacca – l’autonomia diminuisce. Ma l’ideale è non lasciarli nello stesso posto per più di tre o quattro giorni. Facendoli girare nei Comuni si crea una sorta di ‘sana incertezza’ tra i conducenti». Secondo il responsabi­le dell’Ufficio controlli velocità lo scopo sarebbe arrivare alla fine a un «cambio di abitudini negli automobili­sti». Ma l’effetto sorpresa non è totale: la polizia informa ogni venerdì tramite un comunicato stampa dove verranno posizionat­i i radar la settimana successiva, «eppure c’è chi anche sapendo, lo prende due o tre volte». La tecnologia laser tra l’altro ha comportato un cambiament­o dell’ordinanza sulle tolleranze. Vista la maggior precisione nei rilevament­i il margine è sceso da 5 a 3 chilometri orari. «I semi-stazionari, una volta piazzati, sono sempre attivi, e in caso di infrazioni fanno quattro fotografie: due frontali e due posteriori».

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TI-PRESS Dispositiv­i a tecnologia laser fabbricati in Svizzera

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