Una volata da vivere come cacciatori, non prede
Ambrì – Luca Cereda tiene alta la guardia: «Quando arrivi a questa fase della stagione, le squadre più forti aumentano sensibilmente il loro livello di agonismo – premette il tecnico dei biancoblù –. Di conseguenza noi non possiamo permetterci di abbassarlo, perché altrimenti significherebbe allargare il gap con chi può vantare un collettivo sicuramente superiore al nostro per talento, tecnica o esperienza». Cereda analizza poi la situazione in casa biancoblù dopo l’ultimo weekend: «Dopo la vittoria di Zugo, martedì scorso, c’era addirittura chi parlava di possibile semifinale. Ora, dopo questo weekend a secco, c’è chi ventila aria di crisi. Ci vuole obiettività e soprattutto più equilibrio nel valutare la situazione: 5 mesi fa nessuno avrebbe pronosticato l’Ambrì in questa posizione, nemmeno noi. È pur vero che a questo punto non vogliamo lasciarci scappare ciò che vediamo poco oltre: è un po’ come trovarsi a un solo successo dal chiudere una serie di playoff e attendere con ansia la quarta vittoria. Stiamo lottando con squadre che i playoff, vuoi per tradizione, ambizione o chissà cos’altro, li devono assolutamente fare. Noi, invece, siamo quelli che li possono (e a questo punto vogliono) fare, e questo è un punto a nostro favore. Se i playoff rappresentano il terreno di caccia, noi siamo il cacciatore, non la preda. Sta a noi fare in modo che la prospettiva non cambi. Dobbiamo affrontare le prossime partite con la massima serenità, vada come vada: magari ne vinceremo una, magari due, tre o quattro, oppure nessuna. L’importante è però entrare in pista per vincerle tutte. Giocarle da cacciatori, e non da preda che sente alle sue spalle i passi del predatore. Non dobbiamo avere paura, ma far scorrere nelle nostre vene quell’adrenalina che ti permette anche di divertirti». M.I.