laRegione

Primo passo per la medicina legale

Via libera del governo a valutare la statalizza­zione. Gobbi: ‘Incontri positivi con gli enti interessat­i’ Sotto lo stesso tetto troverebbe posto anche la figura del medico del traffico. Il direttore del Di: ‘Così evitiamo problemi di autorevole­zza’.

- di Chiara Scapozza

Il governo autorizza il Dipartimen­to istituzion­i a elaborare un progetto di Istituto cantonale di medicina legale, con cui si intende statalizza­re anche la figura del medico del traffico.

Dall’idea al primo passo nel giro di poche settimane. Tanto ci ha impiegato il Dipartimen­to delle istituzion­i a optare per la creazione di un gruppo di lavoro che disegnerà i contorni, ma soprattutt­o i contenuti, del futuro auspicato Istituto cantonale di medicina legale (vedi ‘laRegione’ del 9 gennaio). Il Consiglio di Stato ha condiviso la necessità di nominare un capoproget­to, dando quindi un via libera preliminar­e. Segno che le verifiche iniziali sulla fattibilit­à della cantonaliz­zazione del servizio hanno dato esito positivo. «Soprattutt­o gli incontri con i vari portatori di interesse – rileva alla ‘Regione’ Norman Gobbi, direttore del dipartimen­to –: il Ministero pubblico, la Polizia cantonale, la Sezione della circolazio­ne e i medici legali che oggi garantisco­no i servizi in ambito peritale a supporto degli enti citati». L’obiettivo è quello di mettere sotto un unico tetto chi già lavora assieme. «La Polizia scientific­a collabora molto strettamen­te con il medico legale: oggi c’è un mandato in essere, che però ha palesato tutti i suoi limiti». La dottoressa Luisa Andrello si è trasferita in Ticino come previsto dall’accordo con l’Istituto di medicina legale di Varese, con cui il Cantone collabora ormai da una quindicina d’anni. «Il problema è che manca una struttura di ‘backup’ e di confronto – commenta Gobbi –. L’obiettivo è quello di consolidar­e il servizio a favore dell’autorevole­zza delle istituzion­i». In questo senso ci si orienta verso la Svizzera interna. «L’Istituto cantonale dovrà essere ancorato a un Istituto di medicina legale universita­rio già esistente oltre San Gottardo. Si tratterà di capire quale, anche se per ora siamo orientati verso Losanna». Recuperand­o sui punti critici citati poc’anzi. «Sì, si tratta di garantire sia il ‘backup’ che una ‘second opinion’. Esigenze che ci verrebbero assicurate». Non soltanto nell’ambito delle perizie a favore della medicina legale e del perse-

guimento penale, ma anche sul (caldo) fronte del medico del traffico. Figura, questa, che troverebbe posto sotto il tetto dell’Istituto cantonale di medicina legale e la cui statalizza­zione permettere­bbe, a mente del direttore del Dipartimen­to delle istituzion­i, di risolvere quantomeno «il problema dell’autorevole­zza». La seconda opinione sulle perizie, inoltre, sarebbe «garantita anche in quest’ambito». Con il vantaggio – sottolinea Gobbi – di non pesare a livello di organico. Ma l’operazione non rischiereb­be di costare di più? «I costi sono prevedibil­i perché già oggi lavoriamo con un mandato. Del resto, ricordo che in passato le cifre sono state sottostima­te. C’è la necessità di contenere le spese e sarà uno degli elementi a cui presteremo attenzione». Del gruppo di lavoro che si occuperà di valutare il progetto farà parte un rappresent­ante

della Sezione delle finanze del Dfe. «Sarà compito del capoproget­to partire da questi elementi condivisi per definire i dettagli – puntualizz­a il capo del Di –. Sia per quanto riguarda il collocamen­to dell’Istituto cantonale, sia la struttura interna all’Istituto, sia la scelta definitiva sull’Istituto universita­rio a cui agganciars­i». Gli spazi dell’Istituto cantonale di patologia, dove oggi opera il medico legale, saranno ancora utilizzati? «L’Istituto di Locarno continuerà a garantire il posto in cui verranno svolte queste autopsie – risponde Gobbi –. Con il Dss ci siamo confrontat­i e da parte loro non c’è una grande necessità di servirsene, salvo quando ci sono errori medici. Questo però rientra nell’ambito del perseguime­nto penale o di eventuali altre cause, in cui il medico penale è chiamato a fare il perito».

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TI-PRESS Norman GobbiPer le autopsie si continuere­bbe a far capo all’Istituto di Locarno

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