L’influenza perdura, ma il picco è più basso
Il medico cantonale Merlani: ‘Ogni anno l’epidemia ha le sue caratteristiche. Può iniziare anche più tardi’, come stavolta.
Febbre, raffreddori, starnuti. E l’influenza è servita. Stando ai dati dell’Ufficio federale della sanità, che pubblica l’evoluzione dei casi segnalati dai medici, attualmente la ‘grippe’ è “ampiamente diffusa”. Sembrava si fosse raggiunto il picco a metà mese, ma vi è stato ancora un leggero aumento. Pare quindi che l’ondata fatichi a lasciare spazio alla primavera... È normale che il numero degli ammalati si sia stabilizzato a quote comunque importanti (a livello nazionale si è passati da 303 casi su 100mila abitanti la sesta settimana dell’anno, a 306 casi la settima)? «Sì, l’epidemia sta perdurando – conferma il medico cantonale Giorgio Merlani alla ‘Regione’ –, ma in maniera del tutto normale, in sintonia con le epidemie passate. Siamo ora probabilmente vicini al picco dell’epidemia di quest’anno».
Dottor Merlani, le cifre svizzere indicano un picco spostato rispetto
agli scorsi anni. È già successo?
L’epidemia di influenza avviene in inverno ma non inizia necessariamente sempre alla stessa settimana, per cui un anno inizia prima e un altro dopo.
Il picco sembra meno alto rispetto ai due anni precedenti. Cosa vi aspettate?
Come detto, ogni anno l’epidemia ha le sue caratteristiche, quest’anno forse il picco sarà più basso. Ma è ancora prematuro affermarlo con certezza [il picco a livello nazionale si è raggiunto nel 2018 con 343 casi su 100mila abitanti, 349 nel 2017].
Perdura l’obbligo delle mascherine, con la direttiva introdotta proprio dal suo Ufficio: quali categorie sono obbligate a portarle?
L’obbligo della mascherina vale per tutto il personale (curante e non) a contatto a meno di un metro dal paziente.
Quali sono le cifre in Ticino su questa epidemia influenzale? Quanti ricoveri? Ci sono stati casi di decesso?
L’epidemia è tuttora nel pieno del suo corso e questi dati non sono (ancora) disponibili.