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Mortale di Cadenazzo, parti concordi

In Appello proposti 18 mesi sospesi per il 25enne alla guida dell’auto in cui morì l’amico

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Nuova Corte, stesso dilemma: definire se la notte del 3 marzo 2013 ci sia stata l’aggravante di una gara sconsidera­ta all’origine dell’incidente sulla strada cantonale di Cadenazzo che era costato la vita a un 19enne di Arbedo. Così come chiesto il 4 settembre 2017 di fronte alla Corte delle Assise criminali, anche ieri mattina nell’aula della Corte di appello di Locarno la pp Margherita Lanzillo ha formulato le stesse richieste di pena: 18 mesi sospesi per un 25enne e il prosciogli­mento per un 26enne, entrambi del Bellinzone­se, amici della vittima e protagonis­ti di quattro sorpassi – in autostrada e poi sulla cantonale – negli istanti precedenti lo schianto. Nonostante la richiesta di pena della procuratri­ce, al 25enne che era al volante dell’auto con a bordo la vittima, in primo grado il giudice Mauro Ermani aveva inflitto una condanna di 30 mesi sospesi di cui sei da espiare per omicidio colposo (tuttavia non per omicidio intenziona­le con dolo eventuale, come inizialmen­te ipotizzato dalla Corte). Il giudice aveva considerat­o l’aggravante costituita dalla sorta di competizio­ne, in un «clima di sfida aperta», in cui si erano lanciati i due conducenti, mettendo in atto una serie di sorpassi e controsorp­assi su un tratto semiabitat­o con due spartitraf­fico e in uno stato alterato dall’alcol. Il 25enne aveva lo 0,59 per mille e, secondo le perizie, al momento dell’impatto circolava a 114 chilometri orari sul limite di 60. Considerat­o partecipe dello «scellerato gioco», Ermani aveva condannato il 26enne a una pena pecuniaria per infrazione aggravata alle norme sulla circolazio­ne. Sentenze non condivise non solo dalla difesa, ma in parte pure dalla pp che ieri in aula ha nuovamente ribadito che, seppur in un clima di sfida, non vi sono elementi che possano far pensare a una vera e propria gara di velocità poiché, eccetto l’ultimo, i sorpassi erano regolari. La pp ha quindi chiesto il prosciogli­mento del 26enne. Le proposte formulate da Lanzillo, che ha comunque riconosciu­to la grave responsabi­lità del 25enne causata da imprudenza e sottovalut­azione delle proprie capacità di guida, sono state appoggiate dagli avvocati difensori Yasar Ravi (patrocinat­ore del 25enne) e Filippo Gianoni (del 26enne). Spetterà ora alla Corte di appello dare una chiave di lettura alle modalità con le quali si è verificato l’incidente. La sentenza sarà comunicata in forma scritta alle parti nei prossimi giorni. G.R.

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Il terribile impatto del 3 marzo 2013

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