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Quella musica fra Baghdad e Israele

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La musica araba che era in gran voga negli anni Trenta e Quaranta tra Basra e Baghdad torna alla ribalta con un cd appena uscito in un moderno studio musicale di Tel Aviv. Si chiama ‘al Hajar’ e parla di una partenza, di una emigrazion­e, di uno stato melanconic­o di abbandono. La firma è di due celebri compositor­i ebrei di musica irachena, i fratelli Daud e Salah al-Kuwaiti, morti in Israele oltre 30 anni fa con addosso la nostalgia delle notti di Baghdad. Il commosso recupero della loro vena artistica – ancora oggi ritenuta insuperata nel suo genere – è del nipote di Daud: il musicista israeliano Dudu Tassa, che ha un passato di jazz, rock e fusion. Nel 2017 ha eseguito in arabo le canzoni dei Fratelli al-Kuwaiti negli Stati Uniti, aprendo un tour dei Radiohead. «Siamo stati accolti benissimo», racconta Tassa nel suo studio di Tel Aviv. All’inizio del secolo scorso i fratelli Daud e Salah erano i re della vita notturna nella capitale irachena. Si esibivano in locali in voga, avevano una stazione radio, erano seguiti dalla casa reale e da artisti di spicco del mondo arabo. Salah aveva elaborato uno stile particolar­e di composizio­ne del Makam, una scala musicale araba. La loro carriera subì però un contraccol­po con la nascita di Israele (1948). Nel 1950, in seguito al diffonders­i di sentimenti anti-ebraici, i due furono costretti a troncare le attività e ad emigrare dall’Iraq. In Israele trovarono però una società proiettata verso una cultura occidental­e, che non apprezzava il loro bagaglio musicale. I due celebri musicisti furono ridotti ad esibirsi in un modesto locale in un rione proletario di Tel Aviv, il Caffè Noah, e nelle feste familiari. Anni fa Dudu Tassa ha deciso di tornare ad ascoltare le loro canzoni e di proporre nuovi arrangiame­nti secondo un gusto più moderno. «Non ho mai incontrato mio nonno – racconta con commozione – ma in quel modo mi sono sentito molto vicino a lui». Anche sua madre ha inciso una canzone nel primo dei tre cd di ‘Dudu Tassa con i Kuwaiti’. E con loro assoluta sorpresa l’Israele che negli anni 50 aveva sbarrato le porte oggi è pronto ad apprezzare la loro arte. Anche il mondo esterno è cambiato: con YouTube e Facebook le canzoni del “nipote di Daud” si stanno affermando in Iraq, Egitto e Giordania. Per il momento ‘Tassa e i Kuwaiti’ si sono esibiti di fronte a pubblici arabi a Gerusalemm­e, Giaffa e in Turchia: «Magari in futuro potrebbero aprirsi i confini. Non c’è migliore strumento della musica per la comprensio­ne fra i popoli». A. BAQUIS

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FACEBOOK Dudu Tassa

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