Quando la paura fa 90’ (e oltre)
Dall’80’ in poi il Lugano ha perso 10 punti e ne ha guadagnati 2. Con un bilancio di -8 è la squadra che paga più di tutte.
Nello sport torti e favori sono due facce della stessa medaglia e, in quanto tali, in capo a una stagione hanno la tendenza ad annullarsi reciprocamente. A differenza di quanto accade per altre situazioni di gioco che non comportano il diretto intervento, soggetto a possibile errore, da parte del direttore di gara. Ad esempio, le reti incassate in quella che un tempo si definiva “zona Cesarini”. E che in questa stagione sta fortemente penalizzando soprattutto il Lugano. Niente a che vedere con il caso, perché se una squadra ha la sistematica tendenza ad incassare reti negli ultimi minuti di gioco (a prescindere dal possibile errore arbitrale di domenica a Cornaredo), il problema è fisiologico, non certo legato alla buona predisposizione della Dea bendata. Domenica pomeriggio, contro lo Young Boys, i bianconeri hanno incassato il gol partita al 94’, su un’azione di contropiede causa di diverse polemiche in quanto, in molti tra tifosi e osservatori avrebbero preferito vedere la squadra tergiversare sul corner offensivo, accontentandosi di un punto invece di andare a cercarne tre e restare con un pugno di mosche in mano. Al di là della scelta tattica operata negli ultimi minuti della partita, un dato lampante balza agli occhi: quella contro i campioni svizzeri è stata la sesta volta che il Lugano si è fatto beffare dall’80’ in là, per una perdita totale di 10 punti, ai quali vanno comunque sottratti due punti conquistati oltre il 90’ (pareggi contro il San Gallo con gol di Gerndt al 92’ e contro il Basilea con gol di Junior all’82’). I bianconeri comandano con ampio margine la classifica dei punti gettati alle ortiche, perché nessun’altra squadra ne ha persi tanti quanti quella di Celestini. Il Grasshopper, ultimo in classifica, ne ha scialacquati soltanto 4, mente lo Xamax viaggia
con un salomonico 0 nel differenziale tra punti persi e guadagnati. In credito con i finali di partita ci sono pure San Gallo e Sion, ma con numeri assai inferiori rispetto a quelli dei bianconeri, rispettivamente -2 e -1. Il resto della Super League dagli ultimi 10’ di gioco (più recuperi vari) ci ha guadagnato. Addirittura, Young Boys, Basilea e Lucerna possono far bella mostra di un considerevole +5, con i gialloneri che per due volte hanno rigirato la partita come un calzino, passando nei minuti finali dalla sconfitta alla vittoria (dall’1-2 al 3-2 contro il Sion con gol di Assalé all’87’ e Sanogo al 90’ e contro il
Thun con autogol di Rodriguez all’84’ e gol di Hoarau al 92’). L’unica sconfitta sin qui rimediata dalla squadra di Seoane è pure giunta nei minuti finali: in vantaggio 2-1 al 79’, i gialloneri si sono fatti sorprendere dal Lucerna, in gol con Schulz all’82’ e Knezevic all’87’. Pure il Lucerna può vantare due vittorie da tre punti: oltre a quella con l’Yb, i biancoblù sono riusciti a girare anche la sfida con il Grasshopper, con il pareggio di Eleke all’84’ e il gol vittoria di Schürpf al 94’. Se le partire durassero soltanto 80’, la classifica di Super League sarebbe sensibilmente diversa.
Non sarebbero i cinque punti guadagnati a sminuire il dominio dello Young Boys, ma il Thun (-1) scavalcherebbe il Basilea (-5), mentre il Lugano si isserebbe al quarto posto a quota 31. In pratica, quella posizione a ridosso delle migliori che il presidente Angelo Renzetti da inizio stagione considera come potenzialmente raggiungibile dalla sua squadra. Resta da chiedersi come mai questo Lugano sia così vulnerabile proprio a ridosso del 90’. Un quesito che forse non si è posto Guillermo Abascal, in quanto sotto la sua gestione il Lugano ha perso due punti a Gc, ma ne ha guadagnato 1 contro Zurigo e Basilea, mentre a Neuchâtel Gerndt è andato in gol al 92’ senza per altro riuscire a evitare la sconfitta. Si tratta certamente di un problema di atteggiamento, l’equivalente del famoso braccino del tennista. Per uscirne è importante fare affidamento sulle proprie qualità, su quegli 80’ che dimostrano come la squadra e il gioco meriterebbero molto di più, pur continuando a perseguire un calcio offensivo anche contro la prima della classe. Domani sera a Thun, nei quarti di Coppa, la prima occasione per invertire la rotta e far scattare quel déclic da portare poi in campionato.