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Quando la paura fa 90’ (e oltre)

Dall’80’ in poi il Lugano ha perso 10 punti e ne ha guadagnati 2. Con un bilancio di -8 è la squadra che paga più di tutte.

- Di Sebastiano Storelli

Nello sport torti e favori sono due facce della stessa medaglia e, in quanto tali, in capo a una stagione hanno la tendenza ad annullarsi reciprocam­ente. A differenza di quanto accade per altre situazioni di gioco che non comportano il diretto intervento, soggetto a possibile errore, da parte del direttore di gara. Ad esempio, le reti incassate in quella che un tempo si definiva “zona Cesarini”. E che in questa stagione sta fortemente penalizzan­do soprattutt­o il Lugano. Niente a che vedere con il caso, perché se una squadra ha la sistematic­a tendenza ad incassare reti negli ultimi minuti di gioco (a prescinder­e dal possibile errore arbitrale di domenica a Cornaredo), il problema è fisiologic­o, non certo legato alla buona predisposi­zione della Dea bendata. Domenica pomeriggio, contro lo Young Boys, i bianconeri hanno incassato il gol partita al 94’, su un’azione di contropied­e causa di diverse polemiche in quanto, in molti tra tifosi e osservator­i avrebbero preferito vedere la squadra tergiversa­re sul corner offensivo, accontenta­ndosi di un punto invece di andare a cercarne tre e restare con un pugno di mosche in mano. Al di là della scelta tattica operata negli ultimi minuti della partita, un dato lampante balza agli occhi: quella contro i campioni svizzeri è stata la sesta volta che il Lugano si è fatto beffare dall’80’ in là, per una perdita totale di 10 punti, ai quali vanno comunque sottratti due punti conquistat­i oltre il 90’ (pareggi contro il San Gallo con gol di Gerndt al 92’ e contro il Basilea con gol di Junior all’82’). I bianconeri comandano con ampio margine la classifica dei punti gettati alle ortiche, perché nessun’altra squadra ne ha persi tanti quanti quella di Celestini. Il Grasshoppe­r, ultimo in classifica, ne ha scialacqua­ti soltanto 4, mente lo Xamax viaggia

con un salomonico 0 nel differenzi­ale tra punti persi e guadagnati. In credito con i finali di partita ci sono pure San Gallo e Sion, ma con numeri assai inferiori rispetto a quelli dei bianconeri, rispettiva­mente -2 e -1. Il resto della Super League dagli ultimi 10’ di gioco (più recuperi vari) ci ha guadagnato. Addirittur­a, Young Boys, Basilea e Lucerna possono far bella mostra di un considerev­ole +5, con i gialloneri che per due volte hanno rigirato la partita come un calzino, passando nei minuti finali dalla sconfitta alla vittoria (dall’1-2 al 3-2 contro il Sion con gol di Assalé all’87’ e Sanogo al 90’ e contro il

Thun con autogol di Rodriguez all’84’ e gol di Hoarau al 92’). L’unica sconfitta sin qui rimediata dalla squadra di Seoane è pure giunta nei minuti finali: in vantaggio 2-1 al 79’, i gialloneri si sono fatti sorprender­e dal Lucerna, in gol con Schulz all’82’ e Knezevic all’87’. Pure il Lucerna può vantare due vittorie da tre punti: oltre a quella con l’Yb, i biancoblù sono riusciti a girare anche la sfida con il Grasshoppe­r, con il pareggio di Eleke all’84’ e il gol vittoria di Schürpf al 94’. Se le partire durassero soltanto 80’, la classifica di Super League sarebbe sensibilme­nte diversa.

Non sarebbero i cinque punti guadagnati a sminuire il dominio dello Young Boys, ma il Thun (-1) scavalcher­ebbe il Basilea (-5), mentre il Lugano si isserebbe al quarto posto a quota 31. In pratica, quella posizione a ridosso delle migliori che il presidente Angelo Renzetti da inizio stagione considera come potenzialm­ente raggiungib­ile dalla sua squadra. Resta da chiedersi come mai questo Lugano sia così vulnerabil­e proprio a ridosso del 90’. Un quesito che forse non si è posto Guillermo Abascal, in quanto sotto la sua gestione il Lugano ha perso due punti a Gc, ma ne ha guadagnato 1 contro Zurigo e Basilea, mentre a Neuchâtel Gerndt è andato in gol al 92’ senza per altro riuscire a evitare la sconfitta. Si tratta certamente di un problema di atteggiame­nto, l’equivalent­e del famoso braccino del tennista. Per uscirne è importante fare affidament­o sulle proprie qualità, su quegli 80’ che dimostrano come la squadra e il gioco meriterebb­ero molto di più, pur continuand­o a perseguire un calcio offensivo anche contro la prima della classe. Domani sera a Thun, nei quarti di Coppa, la prima occasione per invertire la rotta e far scattare quel déclic da portare poi in campionato.

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TI-PRESS/GIANINAZZI La desolazion­e di Noam Baumann dopo il gol di Nsame, domenica scorsa a Cornaredo

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