laRegione

Il prossimo 7 aprile... una scheda bianca

- Di Donatello Poggi

Il prossimo 7 aprile si terranno le elezioni cantonali, forse le più demotivant­i da sempre, per le ovvie ragioni che ritengo inutile qui elencare poiché tutti hanno potuto informarsi, attraverso i vari media, su ciò che è successo in questa legislatur­a. Infatti in questa legislatur­a è successo di tutto e di più ma, nonostante ciò, le facce sono sempre le stesse come se nulla fosse. Che tristezza. Personalme­nte ho un motivo in più per essere parecchio deluso (per non dire altro) da questo Cantone che mi ha condannato due volte per “ripetuta discrimina­zione razziale”, con tutto quello che ne è derivato, mentre il Tf, come dovrebbe essere noto, mi ha prosciolto in modo netto. Non ho sentito nessuno chiedere scusa o “fare un passo indietro”. Ripeto, forse non si è capito, per la giustizia ticinese io ero colpevole anche in seconda istanza! Compliment­i. Non parliamo poi di “rimborsopo­li” dove davvero si è toccato il fondo. È inutile girarci attorno, con la decisione di non decidere (un vero e proprio colpo di spugna) la maggioranz­a del parlamento, succube del Consiglio di Stato, ha scritto una delle pagine più scure della sua storia. Il governo che si fa Casta? Pare di sì o almeno questo è il messaggio che passa, si cerchi di edulcorarl­o o meno. Su Argo1 no comment! Qualcuno, membro della Cpi, ha detto in parlamento: “…, ma non tutti in buona fede.” Va bene, ma allora non paga nessuno? Eh no, non ci siamo proprio e si sono buttati Chf 111.000.- nel cesso. Quale persona sensata avrebbe ancora il coraggio di votare questa gente che, per la stragrande maggioranz­a, sarà rieletta? La realtà è questa e non creiamo illusioni spicciole di cambiament­o. Per piacere. All’interno di un’orchestra si possono inserire dei nuovi musicisti, anche di valore, ma se il pezzo da suonare rimane quello la musica non cambia. Chiaro il concetto? In questo Cantone non si ha mai il coraggio politico di arrivare fino in fondo (la solita teoria del cappello in mano…) e l’ultimo esempio l’abbiamo avuto con il mancato referendum sulle Officine OBe a Castione. La cronistori­a ve la risparmio. Proclami, riunioni, conferenze stampa a ripetizion­e ma alla fine… nulla! E per favore non si venda l’ottone come oro. Sappiamo tutti benissimo che una petizione popolare (?) non ha alcun potere politico contrattua­le concreto (il referendum invece porta al voto) per cui siamo alla solita propaganda un po’ tanto preelettor­ale. La petizione è “un invito a…”. Punto. La cosiddetta valorizzaz­ione delle zone periferich­e non passa attraverso petizioni popolari o emendament­i dell’ultimo minuto. Ci vogliono i fatti e delle scadenze concordate e verificabi­li. Fatte queste brevi ma “concentrat­e” consideraz­ioni, io il prossimo 7 aprile mi recherò alle urne e voterò una bella scheda bianca! C’è chi ha scritto che in quella data “andrà a pescare”, io no, io vado ed esprimo il mio dissenso. Scheda bianca evidenteme­nte di protesta, ragione per cui tutto ciò che succederà nella prossima legislatur­a non avrà e non potrà avere il mio indiretto coinvolgim­ento. Siamo in democrazia no? Oppure la democrazia va bene soltanto se voti “quello giusto”? Chi vuol capire, capisca e chi non capisce se lo faccia spiegare, evitando però i soliti commenti che non entrano mai nel merito, perché quando gli argomenti sono pochini, di solito si parla d’altro... Chiedetevi piuttosto il perché la gente arriva a sfiduciare questo modo di far politica e piantatela con il mantra del “cambiament­o”. Ma dove? Era già stato detto quattro anni fa e abbiamo visto i risultati… Voterò invece in occasione delle nazionali e delle comunali.

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