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Istituto patologico, nuova ala da 3,5 milioni

- di Serse Forni

Sono serviti due anni di lavori e un investimen­to di 3,5 milioni di franchi per costruire la nuova ala dell’Istituto cantonale di patologia (Icp) a Locarno. Nei giorni scorsi il trasloco di personale e macchinari nei nuovi laboratori e ieri una conferenza stampa per presentare ai giornalist­i la struttura. Un edificio moderno all’interno del quale lavorano settanta operatori sanitari, un quarto dei quali medici e biologi. All’Icp vengono analizzati più di 50mila campioni/pazienti all’anno, provenient­i da ospedali, cliniche e studi medici, con una cifra d’affari di oltre 12,5 milioni di franchi. L’Istituto, inoltre, comprende il registro dei tumori – in questo settore ha svolto un ruolo di pioniere in Svizzera – e collabora con il Centro programma screening Ticino. Al vaglio possibili sinergie con l’Ente ospedalier­o cantonale (Eoc). «L’Eoc – ha spiegato ieri ai media il consiglier­e di Stato Paolo Beltramine­lli – potrebbe in futuro integrare l’Icp. Inoltre, dal 2020, vi sarà la dimensione accademica, con la nuova facoltà di biomedicin­a dell’Università della Svizzera italiana». E quindi un pezzetto di ateneo approderà sulle sponde del Verbano. Con laboratori moderni e misure all’avanguardi­a a tutela della sicurezza degli operatori, la nuova ala permette di svolgere al meglio un lavoro complesso, al servizio dei pazienti di tutto il Ticino. Beltramine­lli ha ricordato che l’Icp è una realtà cantonale di punta, in concorrenz­a con laboratori privati, e che è l’unico ramo del suo dipartimen­to che genera utili.

Presenza importante per la città

All’inaugurazi­one sono intervenut­i pure il sindaco di Locarno Alain Scherrer, che ha sottolinea­to l’importanza della presenza dell’Istituto per la città e

per il Locarnese, e Walter Bizzozero, capo della Sezione della logistica del Dfe (per conto del direttore Christian Vitta), che ha ricordato la storia dell’Icp e che ha elencato le prossime tappe. Quest’anno (l’inizio dei lavori è fissato per il mese prossimo) saranno eseguiti interventi di manutenzio­ne straordina­ria all’edificio esistente, ormai vetusto (fu inaugurato nel 1958), che ospiterà gli uffici amministra­tivi. L’intero progetto richiede un investimen­to complessiv­o di 7,5 milioni di franchi (3,5 già spesi per la prima fase).

Attività in costante crescita

L’aumento della popolazion­e, degli ospedali e dei medici ha portato a una costante crescita dell’attività dell’Icp. «Basti pensare che nel 2003 avevamo 17mila prelievi annui; oggi siamo a 50mila – ha affermato il direttore dell’Istituto Luca Mazzucchel­li –. Ora, dopo due anni di convivenza con il cantiere, il frenetico trasloco degli scorsi giorni e la sfida per sfruttare al meglio ogni centimetro della nuova ala, ci troviamo al giro di boa. Sta per partire la ristruttur­azione parziale dell’edificio a lato di quello principale, per inserirvi un laboratori­o, che attualment­e si trova dislocato in via Franzoni». Soluzioni che permettera­nno all’Icp di svolgere i propri compiti al meglio per i prossimi dieci anni. Ma se la crescita resterà costante, ha concluso il direttore, «più in là bisognerà ipotizzare la costruzion­e di uno stabile che possa servire allo scopo per ulteriori 50 anni». Nei laboratori divisi su due piani gli operatori preparano i campioni per i vetrini e per le successive analisi da parte di specialist­i. Diverse sale, con macchinari di ultima generazion­e, sono chiuse da pareti in vetro. Un ambiente moderno, ben aerato e illuminato. Niente a che vedere con i vecchi laboratori, caduti in disuso l’altroieri.

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Paolo Beltramine­lli

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