‘È una decisione politica come usare i soldi che ci sono’
Aumentare i sussidi di cassa malati: Angelo Barrile, consigliere nazionale (Ps/Zh) e medico generalista, la vostra ricetta non ha nulla di originale.
Diciamo che non è l’unica ricetta possibile. Da un lato, interventi di diverso tipo sarebbero necessari per tenere sotto controllo i costi della salute. Dall’altro, i premi di cassa malati aumentano di anno in anno e ormai sono troppo elevati: l’onere rappresenta in media il 14% del reddito disponibile, con punte superiori al 20%. Molte famiglie e persone con redditi medi e bassi non riescono più a pagarli. La nostra non è una ricetta nuova, ma è necessaria.
L’iniziativa non va alla radice del problema (l’aumento dei costi sanitari). Concentrandovi sui sintomi (l’aumento dei premi) non rischiate di lanciare un segnale sbagliato?
No. Ripeto: c’è il problema dei costi, e poi quello dei premi. Negli ultimi anni i costi che sono aumentati sproporzionatamente sono quelli a carico dell’assicurazione di base, un’evoluzione che si riflette sui premi. E i sussidi sono pensati proprio per correggere questa situazione.
Senza misure che incidano sui costi, l’iniziativa non spinge certo medici, ospedali e altri attori del settore sanitario a migliorare l’efficienza nelle prestazioni che offrono.
Come Ps anche sui costi della salute abbiamo le nostre soluzioni. Si potrebbe ad esempio agire sui prezzi dei medicamenti; oppure, come abbiamo cercato di fare in passato – con iniziative popolari che purtroppo non hanno ottenuto una maggioranza – si potrebbe riformare il sistema dell’assicurazione malattia. Adesso volevamo concentrarci sull’aspetto dei premi: e volevamo farlo con un’iniziativa snella, non troppo ‘carica’, perché la questione è davvero complessa. Non dimentichiamo poi che con la nostra iniziativa verrebbe fissata una ripartizione equa del finanziamento delle riduzioni dei premi tra la Confederazione (due terzi) e i Cantoni (un terzo). E grazie a questa nuova ripartizione, anche a livello politico vi sarà una maggior attenzione per quel che riguarda l’evoluzione dei costi della salute. Un effetto per così dire collaterale e benefico dell’iniziativa.
La vostra ricetta costerebbe circa 3,5 miliardi di franchi a Confederazione e cantoni: soldi dei contribuenti, distribuiti a una parte degli assicurati.
Recentemente il nostro ministro delle Finanze [Ueli Maurer, ndr] ha presentato il consuntivo 2018 della Confederazione: abbiamo un’eccedenza di quasi 3 miliardi. I soldi ci sono, come usarli è una decisione politica.
I premi di cassa malati non devono superare il 10% del reddito disponibile: nel Canton Vaud questa soglia è già realtà, in un paio di altri cantoni però la popolazione non ne ha voluto sapere. Cosa vi fa dire che stavolta, a livello federale, riuscirete a convincere una maggioranza?
Gli ultimi sondaggi indicano che le questioni dei costi della salute e dell’aumento dei premi di cassa malati sono ormai tra le preoccupazioni principali della popolazione svizzera. Non era così ancora un paio di anni fa: nel frattempo le priorità sono cambiate. Anche perché negli ultimi anni un numero sempre maggiore di persone ha perso il diritto ai sussidi, o se li è visti ridurre, man mano che i cantoni tagliavano nei budget destinati alla riduzione individuale dei premi. Inoltre, penso che un’iniziativa popolare federale ha più chance di un’iniziativa a livello cantonale: perché adesso tra i cantoni vi sono grandi differenze tra un cantone e l’altro, mentre la nostra iniziativa spingerebbe verso un’armonizzazione del sistema dei sussidi di cassa malati. SG