Votare, per controllare le istituzioni
È tempo di campagna. Promesse, progetti, programmi. Ogni partito, movimento, candidato rivendica i propri valori, sovente, purtroppo, enunciandoli, raramente declinandoli. In pochi hanno ancora il coraggio della narrativa di una società che vorrebbero per il futuro, di quello che una volta veniva chiamato visione, sempre che ne abbiano. La responsabilità politica ha lasciato spazio “all’assoluzione” penale: gli sbagli, l’etica, il senso di responsabilità delle proprie azioni vengono semplicemente subordinate e dimenticate nell’istante stesso di un non luogo a procedere della magistratura. Che poi vi sia una provata responsabilità politica soggettiva e oggettiva, poco importa. Nel frattempo, il cittadino, sempre più disilluso, si allontana da quell’arena che deciderà per lui del suo domani. Erigiamo mura, istighiamo odi, insinuiamo paure, limitando sempre più libertà individuali e escludendo sempre più parti intere di una società civile stanca di vedersi prevaricata da interessi di bottega per pochi, ma non per questo rinunciataria al discorso politico nella propria vita privata. Democrazia liberale sempre più illiberale, nella quale lungimiranza è sinonimo di repressione, di esclusione, dove l’effetto diventa causa del problema. Democrazia dove sempre in meno decidono per tutti.
In questo panorama, in un momento storico vitale per il nostro Cantone, (...)