Sant’Abbondio, aiuto ticinese
Uno dei più importanti monumenti di Como, la basilica di Sant’Abbondio che fra le sue caratteristiche ha il fatto di avere due campanili come Notre Dame de Paris, chiede aiuto alla Supsi, la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana. L’ateneo ticinese attualmente è già occupato nel Comasco, dove ha concentrato le proprie attenzioni nei confronti di una chiesetta di Rovellasca. Lo ha fatto sapere don Andrea Messaggi, rettore della basilica Sant’Abbondio, patrono di Como, che nei mesi scorsi aveva lanciato un appello per salvare la chiesa che ha bisogno di essere restaurata e valorizzata. Per trovare i fondi necessari Curia, Comune, Regione e Università dell’Insubria hanno messo in cantiere una partnership. Un’unione di intenti atta a poter chiedere un contributo nell’ambito del prossimo programma comunitario. L’intervento della Supsi, in tal senso, è mirato al restauro degli affreschi della tribuna. «Abbiamo in corso contatti con la scuola universitaria ticinese per restaurare gli affreschi della tribuna – conferma don Andrea Messaggi –. Per accademici svizzeri e tirocinanti rappresenterebbe un’importante occasione per misurarsi con nuove opere». I lavori di restauro, stando a quanto è dato sapere, però non si fermano qui. Di lavoro, lascia intendere il parroco, ce n’è parecchio. «Oltre agli affreschi alla basilica – continua – occorre un recupero complessivo, compresa la sistemazione dei pluviali e dei canali». Insomma: «Occorre ridare lustro al patrimonio romanico di questo antichissimo sito». La basilica di Sant’Abbondio, d’altronde, è famosa anche per essere opera dei maestri comacini. Preziosi gli affreschi di cui è ricca.