Dimenticati, ora non più
Giumaglio, il Patriziato promotore di un progetto di paesaggio Un interessante piano di ristrutturazione e riqualifica del territorio abbraccia il patrimonio costruito di monti e abitato (zona grotti)
Un progetto di paesaggio per il recupero e la salvaguardia del prezioso patrimonio storico-immobiliare strategico per la valorizzazione di un comprensorio nel quale la bellezza e la cura dell’ambiente possano rivelarsi essenziali anche nel rilancio dell’economia. A promuoverlo è il Patriziato di Giumaglio, che proprio di recente ha ricevuto dal Comune di Maggia un contributo di 50mila franchi a tale scopo. Sul territorio della frazione sono presenti innumerevoli elementi paesaggistici meritevoli di nota. L’ente ha recentemente allestito un progetto per mettere in opportuna luce questi gioielli, allestendo un programma di misure operative sostenibili e realizzabili nei prossimi quattro anni. Per ragioni pratiche il territorio di Giumaglio è stato suddiviso in tre zone d’intervento: quella del paese, quella della montagna e la zona Dalovigo. Nell’impossibilità di poter metter mano a un progetto di riqualifica globale (i costi sarebbero esorbitanti e insostenibili), si è dunque optato per un intervento a tappe, in base alle priorità. Così in ogni settore sono state individuate delle aree d’azione (una riguarda i beni culturali, l’altra la natura e l’agricoltura e, l’ultima, l’escursionismo e lo svago) da portare a compimento da qui al 2021.
Per quanto attiene alla zona Montagna, i lavori si focalizzeranno sul recupero dell’Alpe di Cortone, in un precario stato di conservazione; per il comparto Dalovigo si intravede un interessante potenziale di sviluppo socio-economico; infine per la zona paese, il discorso ruota attorno all’area dei grotti a ridosso dell’abitato, ritenuta di assoluto pregio paesaggistico e quindi meritevole di un rilancio. Al tirar delle somme, gli interventi previsti raggiungeranno un importo che sfiora i 960mila franchi. L’Assemblea patriziale già in dicembre ha dato il suo consenso all’operazione, permettendo ai vertici dell’ente di mettersi alla ricerca dei fondi necessari e delle autorizzazioni. Sensibile alle tematiche legate alla salvaguardia del territorio, anche il legislativo ha accettato la richiesta.