Il Dss in mano a De Rosa
Governo in carica, prima seduta con attribuzione dei Dipartimenti: Bertoli tiene il Decs ma su garanzia
Il passaggio del Cardiocentro all’Ente ospedaliero cantonale dovrà essere competenza dell’intero collegio
Nessun arrocco. Alla fine della discussione, e ottenute da parte di Manuele Bertoli le garanzie politiche che il dossier Cardiocentro sarà trattato a livello di Consiglio di Stato, l’assegnazione dei Dipartimenti è filata via rapida ieri mattina a Palazzo delle Orsoline a Bellinzona, in occasione della seduta costitutiva del neoeletto Esecutivo. L’unico fronte aperto poteva essere quello dell’interesse, da parte del Partito socialista, a riprendersi il Dipartimento della sanità e della socialità. D’altronde spettava proprio a Bertoli, per una questione di “anzianità politica”, cominciare a mettere sul tavolo le ‘desiderata’. «Ho chiesto al collegio di tenere per sé una serie di dossier in modo che possano dipendere da decisioni di governo – spiega alla ‘Regione’ Bertoli –. Alludo in particolare alla questione del passaggio del Cardiocentro nell’Ente ospedaliero cantonale». E ha avuto garanzie? «Direi di sì». E perciò si è tenuto il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport, per continuare il lavoro avviato negli anni scorsi. Con quali priorità? «Quelle sul breve termine le definiremo nelle prossime due settimane». I temi di fondo comunque «sono la scuola dell’obbligo e quindi la formazione per tutti, e lo sviluppo del post obbligatorio, ma anche lo sviluppo dell’Università e dell’offerta culturale». Detto della conferma di Bertoli al Decs, lo stesso hanno fatto gli altri uscenti, con il neoeletto Raffaele De Rosa a riprendere perciò il Dss che fu di Paolo Beltraminelli. Da dove ripartire? «Alcune priorità le ho già individuate, ma vorrei prima condividerle con i colleghi», risponde il ministro, che da ieri muove letteralmente i primi passi al primo piano della Residenza governativa, dove trovano spazio gli uffici della direzione del Dss. «Vorrei prendermi il tempo di incontrare i collaboratori e i funzionari – annota De Rosa –, per poi esprimere anche insieme al governo le priorità di questo importante Dipartimento». Detto del Cardiocentro, uno dei dossier urgenti che dovrà affrontare sarà quello della Pianificazione ospedaliera cantonale, bocciata dal Tribunale amministrativo federale. L’anno di legislatura iniziato ieri sarà sotto la presidenza di Christian Vitta, confermato direttore del Dipartimento finanze ed economia (leggi sotto). «Come governo occorrerà rispondere alle aspettative dei ticinesi, che sono legate anche e soprattutto al mondo del lavoro. C’è l’aspetto dei salari ma c’è anche quello del ‘primanostrismo’, concetto che queste elezioni hanno premiato», rileva Norman Gobbi guardando al risultato ottenuto dall’Udc (due seggi in più in Gran Consiglio e un contributo alla riconferma dei due consiglieri di
Stato leghisti, Gobbi e Zali). Tra le priorità del Dipartimento istituzioni figurano «il riordino istituzionale in corso, penso in particolare ai rapporti fra Cantone e Comuni, e la giustizia». Quanto al Dipartimento del territorio? «Certamente le due grandi opere del Luganese: la circonvallazione Agno-Bioggio e il progetto tram-treno per cui voglio arrivare all’inizio dei lavori in questa legislatura». Ma il ‘cahier des charges’ in testa a Claudio Zali non finisce qui. «Al di là della lotta eterna contro le lunghe procedure e quella a favore della mobilità, aggiungerei l’impegno per il sistema del trasporto pubblico dopo l’apertura della galleria del Ceneri nel 2020: vi è da far funzionare il connesso potenziamento del trasporto pubblico su gomma negli agglomerati di Lugano e Locarno. Uno degli obiettivi dunque è il trasporto pubblico 2.0., che comunque il parlamento ha già messo nelle sue priorità finanziarie accordando i crediti».