laRegione

5G e salute: urge attendere!

- Di Matteo Caratti

Come è già avvenuto in passato col passaggio dal 2G al 3G e poi al 4G, lo sbarco della tecnologia 5G sta rilanciand­o il dibattito fra chi si appella al principio di precauzion­e (chiedendo una moratoria e studi scientific­i seri sull’impatto delle onde elettromag­netiche) e chi vanta ricadute positive per utenti e aziende. Ora, è un dato di fatto che le ricadute positive, dal punto di vista economico e quanto a salto tecnologic­o, ci sono e ci saranno. E nessuno le nega. Sono – come è facile immaginare – la velocità sempre più alta della connession­e e la migliore copertura. Così un domani – per prendere un esempio targato Swisscom – l’utente del telefonino, se sarà connesso allo stadio gremito per un concerto o in stazione all’ora di punta, potrà avere una velocità di connession­e sempre uguale. Insomma, la parola d’ordine sarà: accelerazi­one (potremo navigare – pare – sino a cento volte più in fretta rispetto a oggi!). Accelerazi­one e anche entrata nella dimensione dello sviluppo di veicoli a guida autonoma, telemedici­na e, più in generale, internet delle cose. Per fare tutto ciò, oltre a piazzare antenne più potenti, si dovrà anche sostituire il telefonino. Insomma, mega-affari garantiti per molti! Intanto però, vista la quantità superiore di informazio­ni che circoleran­no in rete, c’è chi si preoccupa e suggerisce di attendere un attimo. Come il deputatome­dico (Ppd) del Gran Consiglio di Ginevra che con successo ha depositato una mozione in parlamento per chiedere una moratoria, evidenzian­do come i cervelli dei bambini reagiscano in modo molto più sensibile alle nuove massicce dosi di radiazioni elettromag­netiche. Mozione urgente che è stata accolta dai due terzi del parlamento e che ha obbligato il governo ginevrino a adottare una moratoria sintanto che non arriverà (è atteso per l’autunno) il rapporto dell’Ufficio federale dell’ambiente. La mossa sul Lemano ha iniziato a contagiare anche altri cantoni romandi fra cui Vaud, Friborgo e Giura che stanno discutendo analoghi passi. D’altro canto, nella Svizzera tedesca, si stanno muovendo alcune associazio­ni, non necessaria­mente ambientali­ste (come per esempio quella dei contadini o dei proprietar­i di immobili) che reclamano pure loro. Temono, infatti, di vedersi svalutare i beni immobili proprio dalla posa di nuove e potenti antenne. La mia casa, il mio palazzo, il mio campo con davanti o accanto una simile antenna? No, grazie! In Ticino, notizia di ieri, si sono mossi i Verdi in Gran Consiglio con un’interrogaz­ione. A ben vedere, da un lato, come dicevamo all’inizio, il dibattito tra favorevoli e contrari al nuovo salto tecnologic­o lo abbiamo già vissuto in questi ultimi anni. Ma ogni salto – e questo in particolar­e (se parliamo di internet delle cose) – è sempre più alto e allo stesso tempo sempre più invasivo. Opportuno quindi chiedersi – ovviamente nel modo più razionale e scientific­o possibile – quale e quanto l’impatto che le radiazioni elettromag­netiche hanno su persone, animali e piante. E più che opportuno è attendersi risposte dopo anni e anni di esperienza che ora abbiamo alle spalle. È vero, all’orizzonte c’è il menzionato rapporto dell’Ufficio federale dell’ambiente. Ma c’è chi chiede che sia l’Oms (Organizzaz­ione mondiale della sanità) a pronunciar­si, sempre ovviamente su basi scientific­he. È chiedere forse troppo, domandare garanzie per la nostra salute? Pretendere prudenza, mentre prendiamo atto dei disastri che stanno già facendo sull’ambiente e di riflesso su di noi (attraverso la catena alimentare) tanto per fare due esempi recenti, le plastiche e i pesticidi?

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland