Una nuova legge per i pompieri
Comuni sempre autonomi, ma tutti alla cassa. Volontariato e professionismo a braccetto.
C’è voluto oltre un decennio per riuscire a rimettere mano alla Legge sui pompieri. Un cambiamento da più parti ritenuto necessario, viste le importanti modifiche dell’organizzazione dell’attività pompieristica, che però si è più volte infranto contro le censure sollevate a vari livelli. Appianati i dubbi, anche grazie a due procedure di consultazione, il Consiglio di Stato ieri ha potuto approvare e trasmettere al Gran Consiglio la bozza del nuovo testo di legge. Nella norma rivista, i corpi pompieri rimangono sotto la responsabilità dei comuni. Tuttavia tutti gli enti locali – a differenza di oggi – saranno tenuti a partecipare al finanziamento dell’attività pompieristica di cui, in caso di incendio, comunque godono. Lo faranno con un contributo pro capite fisso e un finanziamento basato sul valore del parco immobiliare. Al cantone è invece attribuito il coordinamento strategico e di controllo tecnico-finanziario. Il ruolo dei volontari viene riconosciuto quale prioritario, ma si tiene tuttavia conto dell’apertura al professionismo resa necessaria dalle nuove esigenze sul piano tecnico e strategico. Si introduce inoltre un modello di gestione secondo contratti di prestazione. “Per garantire il massimo consenso attorno alla riforma – si legge nella nota diramata dal governo –, il progetto per l’allestimento della nuova legge è stato discusso e condiviso all’interno della Piattaforma di dialogo Cantone-Comuni e condotto con il massimo coinvolgimento” delle varie istituzioni interessate. «Abbiamo fatto tesoro delle varie osservazioni pervenute in questi anni – spiega il direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta. «Come pompieri – annota dal canto suo il presidente della Federazione cantonale ticinese Corrado Grassi – siamo in attesa di questa legge da tempo. Con la nuova norma si potrà analizzare finalmente se è necessario ottimizzare ulteriormente il servizio sul territorio, magari con la fusione di corpi». L’indipendenza comunale è comunque garantita: «Gli enti locali hanno sempre difeso questa autonomia, ritenendo che la prossimità favorisca il coinvolgimento dei volontari, vera spina dorsale del servizio» annota Matteo Oleggini, rappresentante dell’ente regionale di sviluppo del luganese.