Una raffica di domande su Nuova fondazione, salari e mandati
È un’autentica raffica di domande – diciotto, alcune divise in più punti – quella che i neo-rieletti granconsiglieri Matteo Quadranti (Plr), Raoul Ghisletta e Gina La Mantia (entrambi Ps) hanno inoltrato al Consiglio di Stato sulla questione del Cardiocentro. L’Ente ospedaliero cantonale (Eoc) e il Cardiocentro Ticino (Cct), ricordano i tre nella loro interrogazione, “avevano sottoscritto il 22 dicembre 1995 una convenzione, secondo la quale la Fondazione Cardiocentro acquisiva un diritto di superficie dall’Eoc della durata di venticinque anni, cioè sino al 23 dicembre 2020, con la garanzia del passaggio di proprietà e di gestione all’Eoc dopo quella data”. E i patti – annotano Quadranti, Ghisletta e La Mantia – “vanno rispettati”. Ancor di più “di fronte alla perizia del consulente giuridico del Gran Consiglio, l’avvocato Tiziano Veronelli, favorevole alla ricevibilità dell’iniziativa popolare, ma che lascia aperte comunque una serie di domande”. L’iniziativa cui fanno riferimento è quella depositata dall’associazione ‘Grazie Cardiocentro’ lo scorso mese di novembre che, forte di quasi 17mila firme, chiede che entri in scena una ‘Nuova fondazione Cardiocentro Ticino’. Ed è proprio su questa ‘Nuova fondazione Cardiocentro Ticino’ che si concentrano molte domande: si va dalla gestione del patrimonio tra il gremio attuale e quello che dovrebbe venire a crearsi nel 2020 a quanto dovrebbe ammontare il patrimonio necessario per garantire lo svolgimento sereno delle attività, dalla ripresa dei contratti di lavoro alla questione dei salari. Già, i salari. Quelli emersi dalla trasmissione della Rsi ‘Falò’. E quindi i tre deputati chiedono: “Qual è il rapporto tra i salari della famiglia Moccetti (745mila franchi per Tiziano Moccetti, primario di cardiologia ed ex direttore sanitario, 268mila franchi per il figlio Marco, medico e caposervizio, e 357mila franchi per il figlio Dante, direttore amministrativo) e i salari erogati dall’Eoc per cariche comparabili?”. Di più: “I mandati da 70mila franchi allo studio di architettura di Giorgio Giudici, presidente del Consiglio di Fondazione, e da 150mila franchi allo studio legale di cui è co-titolare Giovanni Jelmini, membro del Consiglio di Fondazione, sono dovuti a quali prestazioni”?