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Analisi del sangue, si ridecolla

Tra i due ospedali luganesi tornano i trasferime­nti con i droni dopo un’interruzio­ne di due mesi e mezzo

- Di Guido Grilli

Dopo l’atterraggi­o di emergenza di un velivolo a Zurigo per un corto circuito era stata decisa l’autosospen­sione. Luca Jelmoni, direttore dei due nosocomi: ‘Per via aerea ci guadagnano l’ambiente e i pazienti’.

Spariti dai cieli da due mesi e mezzo, torneranno a volare a partire da lunedì. Parliamo dei droni utilizzati dai due ospedali Civico e Italiano di Lugano per il trasferime­nto delle analisi del sangue. Il trasporto, con il ricorso di velivoli privi di pilota, era stato inaugurato quasi due anni fa, nel settembre 2017. La Posta e il produttore di droni Matternet riprendono così i voli a servizio del settore sanitario sia a Lugano sia a Zurigo. Questo dopo che il Servizio d’inchiesta svizzero sulla sicurezza ha chiarito le cause dell’atterraggi­o di emergenza controllat­o sul lago di Zurigo – un corto circuito, la causa accertata – avvenuto lo scorso 25 gennaio. “La sicurezza è l’aspetto più importante per tutti i soggetti coinvolti nel progetto – scrive in una nota stampa il Gigante giallo – per questo motivo il produttore ha apportato ai droni alcune modifiche debitament­e autorizzat­e dall’Ufficio federale dell’aviazione civile (Ufac)”. Luca Jelmoni, direttore dell’Ospedale regionale di Lugano: «Ripartiamo lunedì con scienza e coscienza. L’interruzio­ne, un’autosospen­sione durata due mesi e mezzo, è stata dettata dalla prudenza fintanto che non venissero chiariti i motivi della “panne” avvenuta a Zurigo. La cosa più importante è la sicurezza per la popolazion­e e per i nostri pazienti». Alla luce di questa autosospen­sione, quali concreti vantaggi intravedet­e nell’uso dei droni? «Senza droni abbiamo lavorato per anni e in questi due mesi. Sicurament­e il tempo dei trasporti cambia. Senza droni c’è un’attesa più lunga degli esami per i pazienti presso l’ospedale Italiano, dove occorre attendere finché non vengono eseguite le analisi sui prelievi di sangue nel laboratori­o dell’ospedale Civico, essenziali per le diagnosi mediche. La differenza sta nel traffico stradale: in alcuni orari della giornata la trasferta tra i due ospedali, che in questi mesi è avvenuta tramite taxi, può durare fino a 45 minuti negli orari di punta. Inoltre, spostiamo un velivolo di 10 chili, anziché un’auto di due tonnellate. Dal punto di vista energetico ed ecologico il risparmio è grande. I droni funzionano con motori elettrici alimentati da batterie e impiegano solo due minuti e mezzo a percorrere la tratta Italiano-Civico». E la popolazion­e è comprensiv­a? «Sì, sapendo che si tratta di un trasporto urgente per scopi clinici e ospedalier­i e

che può riguardare tutti e che è un valore aggiunto per i pazienti, la gente è tollerante».

Pionieri a livello mondiale

Il trasferime­nto via cielo messo a punto dalla Posta e dal produttore di droni

Matternet con i due ospedali luganesi è un’esperienza pionierist­ica in questo ambito e costituisc­e una prima mondiale. «Eseguiamo tra i 10 e i 15 trasporti al giorno e finora ne abbiamo eseguiti circa 2’500 a Lugano» – spiega Luca Jelmoni. «La rotta “aerea” commercial­e inaugurata tra i due

ospedali sopra zone abitate costituisc­e una prima mondiale. Abbiamo ottenuto la licenza dall’Ufficio federale dell’aviazione civile nel 2017. Ad oggi ci sono tre tratte a livello svizzero, due a Zurigo e una a Lugano. Siamo molto contenti di questa collaboraz­ione con la Posta».

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TI-PRESS Il produttore ha apportato alcune modifiche ai droni, che hanno ottenuto luce verde dall’Ufac

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