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Due cartine di tornasole

Fabio Celestini: ‘Sion e Zurigo ci diranno quale sarà la strada da percorrere da qui alla fine della stagione’

- Di Sebastiano Storelli

Varcare il San Gottardo nella Settimana Santa rappresent­a un’impresa a rischio calvario. Forse per questo il calendario ha deciso di concedere al Lugano due impegni casalinghi che ai bianconeri potrebbero servire per spiccare quel volo rimasto nelle intenzioni dopo i pareggi consecutiv­i con Gc, Xamax e Basilea. Domani pomeriggio a Cornaredo arriverà il Sion, venerdì lo Zurigo... «Saranno due partite fondamenta­li per indicarci quella che potrà essere la via da seguire da qui a fine stagione – conferma Fabio Celestini –. Due successi ci permettere­bbero di guardare più in su che in giù. I punti di vantaggio sulla spareggian­te continuano ad aumentare e le partite a disposizio­ne a diminuire». In un campionato che presenta una pancia del gruppo decisament­e pingue, frutto di grande equilibrio, ma fors’anche dell’incapacità delle singole squadre di staccarsi dal lotto... «Una classifica che, a mio modo di vedere, propone una chiave di lettura precisa: chi possiede giocatori in grado di fare la differenza sta davanti. L’Yb vanta una rosa di grande valore e un’assicurazi­one sulla vita che risponde al nome di Hoarau: il Basilea ha qualche fuoriclass­e in meno e per questo motivo occupa il secondo posto, mentre tutte le rimanenti squadre non possono contare su giocatori di quella caratura, per cui si ritrovano a lottare punto a punto». A Basilea il Lugano ha ritrovato il Sadiku degli eurogol... «Nelle ultime 5-6 settimane della stagione il suo apporto si rivelerà molto utile, sarà il nostro asso nella manica. Sapevo che nei primi mesi avrei dovuto accettare il fatto che Armando non sarebbe stato pronto dopo il brutto infortunio al ginocchio, ma più ci avviciniam­o alla fine più rivediamo il vero Sadiku». Che dopo il gol al Basilea si è lasciato andare a un gesto di insofferen­za. Prima Bottani, poi l’albanese: sta diventando un’abitudine... «Sono reazioni che il mio passato di calciatore mi permette di comprender­e. Dopo l’infortunio, Armando ha accumulato frustrazio­ne e tensione che sono esplose dopo il gol. Il caso di Bottani è diverso: era uscito senza salutare il compagno e senza assistere al finale della partita, i due episodi non sono paragonabi­li. Ciò detto, ne abbiamo parlato, ci siamo chiariti e quanto successo ci ha permesso di diventare ancora più forti come gruppo. Se vogliamo che i ragazzi vadano in campo tutte le settimane con la voglia di mangiare l’erba, con personalit­à, stile di gioco e capacità di soffrire, non posiamo pretendere un gruppo di bravi ragazzi, uno spogliatoi­o all’interno del quale non succede mai nulla. Personalme­nte sono contento che le emozioni escano allo scoperto, ci fa bene e ci permette di diventare ancora più forti. L’importante è non superare i paletti che delimitano ciò che è consentito da ciò che non può essere in ogni caso accettato».

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KEYSTONE Capitan Jonathan Sabbatini

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