Sul trampolino di (ri)lancio
Il Torneo U18 di Bellinzona vuole tornare ad attirare la gente al campo, che per quest’anno non sarà però il Comunale della capitale
Una sorta di edizione di transizione in attesa di tornare a spiccare il volo a partire da quella del prossimo anno, la numero 80, grazie anche a una serie di novità al vaglio degli organizzatori. Si presenta così il 79° Torneo internazionale U18 da Bellinzona, in programma dal 18 al 22 aprile... non a Bellinzona. O meglio non nella sua storica casa del Comunale, i cui lavori di rifacimento hanno costretto il comitato diretto per il primo anno da Marcello Censi a optare per far disputare le partite a Giubiasco e Magadino. «Penso che sia proprio la prima volta che il torneo lasci il Comunale e ammetto che inizialmente qualche dubbio sull’effettiva organizzazione di questa edizione c’è stato, con diverse persone che hanno provato a scoraggiarci dicendo di lasciare perdere – spiega il presidente della macchina organizzativa –. Noi però ci siamo detti che, essendo anche vicini all’80° anniversario, non si poteva saltare così un’edizione a piedi pari e abbiamo lavorato per trovare una soluzione. E siamo convinti che Giubiasco, assieme a Magadino, sia quella buona, perché l’impianto è stato adeguato e modernizzato (anche per ospitare le partite dell’Acb, ndr) e chissà che non possa rivelarsi un cambiamento positivo, ad esempio creando un ambiente più familiare». L’idea del nuovo comitato è proprio quella di «riportare la gente al torneo, che deve tornare a essere una festa, in particolare per le famiglie e per i giovani del territorio. Negli ultimi anni questo aspetto è un po’ scemato e ci sono state non poche difficoltà nel mantenere attrattiva la manifestazione, che però ha tutte le carte in regola per riprendersi. Visto che è il mio primo anno di presidenza non abbiamo voluto (e potuto) portare subito chissà quali cambiamenti, ma le idee ci sono e le riflessioni da fare sono in parti
colare legate alla formula della manifestazione, compresa la durata (attualmente 8 squadre si sfidano in due gironi da quattro prima di affrontare semifinali e finali, il tutto spalmato su cinque giornate con al massimo un match al giorno per ogni compagine, ndr). In questo senso è giusto prendere spunto da chi fa meglio, ad esempio a Zurigo la Fifa organizza un torneo di grande successo con lo stesso numero di partecipanti ma condensato in due giorni. È una riflessione che stiamo già facendo e che approfondiremo al termine dell’edizione di quest’anno, che ci darà ulteriori spunti di riflessione». Così come frutto di ampie valutazioni è la decisione di coinvolgere
(oltre al Team Ticino che sarà guidato da Carlo Ortelli e Ludovico Moresi) unicamente squadre europee, come non accadeva dal 1997... «Si tratta di una scelta strategica, perché per poter rilanciare qualcosa bisogna farlo da delle basi solide e noi ci siamo detti di ripartire da Paesi più vicini a noi, dal nostro continente, che tra l’altro a livello calcistico non è secondo a nessuno. Questo non esclude che in futuro si possa tornare a ospitare selezioni che vengono da più lontano, ma per il momento abbiamo preso questa strada, anche perché non sempre le squadre arrivate ad esempio dal Brasile o dall’Africa si sono rivelate all’altezza. E lo stesso discorso vale per i grandi nomi, che
non per forza sono sinonimo di successo. Anche per questo motivo abbiamo deciso di puntare su società magari meno conosciute ma che lavorano bene a livello giovanile, magari foraggiando poi proprio i club più blasonati». Tra le altre novità di quest’anno la svolgimento del mini torneo dedicato ai più piccoli interamente la domenica (21 aprile) e il lunedì (22), il ritorno di un’area “hospitality” nella quale favorire i contatti tra gli sponsor e il “triangolare dell’amicizia” (lunedì di Pasquetta, con tanto di pranzo offerto) che vedrà sfidarsi le squadre di Gran Consiglio, Federazione ticinese di calcio e Ordine degli avvocati. Come da tradizione i trofei verranno realizzati dagli apprendisti di Am Suisse Ticino, mentre l’ultima novità – ma forse la prima a notarsi – è la nuova denominazione della manifestazione, Wambo Cup, legata alla sponsorizzazione dell’Azienda Multiservizi Bellinzona... «Il Torneo è un fiore all’occhiello per Bellinzona e per la regione e l’augurio è che il pubblico torni a popolare i campi – ha sottolineato il vicesindaco nonché responsabile Dicastero sicurezza e servizi industriali di Bellinzona Andrea Bersani –. La Città crede in questa manifestazione e l’ha sottolineato intervenendo tanto con l’Amb quanto con il suo Ente sport». La speranza ora è che ci creda ancora anche il pubblico.