Spinto da bisogno di verità, giustizia e umanità
Segue da pagina 20 (...) a Paolo Beltraminelli, nella vicenda Argo 1, è possibile rimproverare soltanto la negligenza. Ma “chi fa falla e chi non fa non falla”, per cui la negligenza non può essere giudicata nell’ottica dell’etica, perché l’etica presuppone l’intenzione. Penso che Lei non si spinga fino a quella, diversamente violerebbe il sacrosanto principio della presunzione di innocenza e sarebbe un affronto al Ministero pubblico, a meno che i grandi principi dello Stato di diritto valgano solo a seconda di chi li invoca. Paolo Beltraminelli è stato oggetto di una ingiusta violenta campagna di Stampa pretendente addirittura il “passo indietro”, benché i suoi colleghi di Governo (loro sapevano e sanno), fossero di parere contrario (l’hanno detto e dimostrato, nonostante l’avvicinarsi delle elezioni, per cui correvano il rischio di scontentare i rispettivi elettori considerato il clima imperante). Quindi, durante un anno e mezzo, Paolo Beltraminelli, per la negligenza commessa, ha sofferto e soffre ingiustamente troppo, lui e la sua famiglia. Conosco quel dolore, perché l’ho provato personalmente e, malgrado i considerandi della sentenza del processo di Milano a mio carico, unitamente a quelli dell’atto d’abbandono dell’ex procuratrice Del Ponte, costituiscano il più bel testamento morale che posso lasciare ai miei figli, non posso pensare a quelle vicende senza sgomento. Gli è che le parole sono armi e le armi feriscono non solo chi è toccato direttamente ma anche i famigliari e le cicatrici non scompaiono completamente. Ora, Paolo Beltraminelli non solo è un perdente, ma, grazie anche a Lei, un umiliato ingiustamente e inutilmente. Non Le sembra di avere “informato” sufficientemente il Popolo e che la pena sia eccessiva? Allora a che pro continuare a rinfacciargli ingiustamente di aver calpestato l’etica? Questo specie se penso alla solidarietà umana che ho riscontrato in Lei in un altro ambito. Di fronte a questo Suo persistente atteggiamento, Le ripeto che “chi fa falla e chi non fa non falla”, anche perché in questo ambito “c’è da fare”, per usare un motto elettorale che ha fatto fortuna, molto da fare, per tutti anche laddove non si guarda o non si vuole guardare, glielo assicuro e, al giornalista, mi permetto ricordare cortesemente “che il talento, lungi dal rivestire d’innocenza coloro che lo maneggiano, li rende più responsabili, e che l’autorità intellettuale non può essere esercitata impunemente”, frase tratta dal giornale “Le Monde” del 5/6 novembre 1989. Allora? Allora dimentichi per un attimo la Sua etica e, per carità, lasci in pace Paolo Beltraminelli. Gradisca i miei migliori saluti e… “sans rancune”.