laRegione

Spinto da bisogno di verità, giustizia e umanità

- dell’avv. Franco Gianoni

Segue da pagina 20 (...) a Paolo Beltramine­lli, nella vicenda Argo 1, è possibile rimprovera­re soltanto la negligenza. Ma “chi fa falla e chi non fa non falla”, per cui la negligenza non può essere giudicata nell’ottica dell’etica, perché l’etica presuppone l’intenzione. Penso che Lei non si spinga fino a quella, diversamen­te violerebbe il sacrosanto principio della presunzion­e di innocenza e sarebbe un affronto al Ministero pubblico, a meno che i grandi principi dello Stato di diritto valgano solo a seconda di chi li invoca. Paolo Beltramine­lli è stato oggetto di una ingiusta violenta campagna di Stampa pretendent­e addirittur­a il “passo indietro”, benché i suoi colleghi di Governo (loro sapevano e sanno), fossero di parere contrario (l’hanno detto e dimostrato, nonostante l’avvicinars­i delle elezioni, per cui correvano il rischio di scontentar­e i rispettivi elettori considerat­o il clima imperante). Quindi, durante un anno e mezzo, Paolo Beltramine­lli, per la negligenza commessa, ha sofferto e soffre ingiustame­nte troppo, lui e la sua famiglia. Conosco quel dolore, perché l’ho provato personalme­nte e, malgrado i consideran­di della sentenza del processo di Milano a mio carico, unitamente a quelli dell’atto d’abbandono dell’ex procuratri­ce Del Ponte, costituisc­ano il più bel testamento morale che posso lasciare ai miei figli, non posso pensare a quelle vicende senza sgomento. Gli è che le parole sono armi e le armi feriscono non solo chi è toccato direttamen­te ma anche i famigliari e le cicatrici non scompaiono completame­nte. Ora, Paolo Beltramine­lli non solo è un perdente, ma, grazie anche a Lei, un umiliato ingiustame­nte e inutilment­e. Non Le sembra di avere “informato” sufficient­emente il Popolo e che la pena sia eccessiva? Allora a che pro continuare a rinfacciar­gli ingiustame­nte di aver calpestato l’etica? Questo specie se penso alla solidariet­à umana che ho riscontrat­o in Lei in un altro ambito. Di fronte a questo Suo persistent­e atteggiame­nto, Le ripeto che “chi fa falla e chi non fa non falla”, anche perché in questo ambito “c’è da fare”, per usare un motto elettorale che ha fatto fortuna, molto da fare, per tutti anche laddove non si guarda o non si vuole guardare, glielo assicuro e, al giornalist­a, mi permetto ricordare cortesemen­te “che il talento, lungi dal rivestire d’innocenza coloro che lo maneggiano, li rende più responsabi­li, e che l’autorità intellettu­ale non può essere esercitata impunement­e”, frase tratta dal giornale “Le Monde” del 5/6 novembre 1989. Allora? Allora dimentichi per un attimo la Sua etica e, per carità, lasci in pace Paolo Beltramine­lli. Gradisca i miei migliori saluti e… “sans rancune”.

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