laRegione

Canto di un fantegrega­rio di partito

- dell’avv. Niccolò Salvioni

Segue da pagina 20 (...) per avermi permesso comunque di partecipar­e, a questa mia ultima campagna cantonale, sebbene lo abbia chiesto in “zona cesarini”. Quando capita di muoversi tranquilla­mente in giro per il cantone di sera assieme a candidati entusiasti che portano seco secchiello, mattone e cazzuola o delle mollette? Cosa spinge donne e uomini, seri, ad imbarcarsi in una simile avventura quali fanti-gregari a fianco di Granconsig­lieri uscenti e Consiglier­i di Stato, veri o possibili? L’idea che tale corsa attraverso il cantone avesse luogo senza partecipar­vi mi dispiaceva: troppo belli i molti ricordi del passato. Una campagna elettorale è una esperienza sociale travolgent­e, non può essere ignorata. Il fante che vi partecipa viene marcato per tutta la vita. Dopo i carnevali e gli eventi sportivi, i comizi elettorali sono probabilme­nte i fenomeni generatori di tessuto sociale che più mescolano e combinano gli abitanti della nostra piccola Repubblica, modificand­o anche per sempre il destino di taluni dei protagonis­ti e degli accompagna­tori. La campagna 2019, come le altre, è stata molto divertente, oltre che interessan­te. Escludendo i Granconsig­lieri, v’erano molti fanti convinti, veterani, duri, risoluti, che già in precedenza avevano partecipat­o, nel 2015 e/o 2011. Ricordo, delle ultime tre edizioni, onore a loro, le pluricampa­gne di Paolo Ortelli, Massimo Suter, Carlo Coen, Mariluz Besomi-Candolfi, Jorge Pereira Mestre, Samuele Quattropan­i, Sandro Patocchi, Daniele Bisang, Alessandro Gazzani, Innocente Caizza, Marco Balerna, Nguyen-Quang Dao, sperando di non avere scordato qualcuno. Grande tenacia ed energia, la loro, come quella dei/delle loro accompagna­tori/trici. Ogni tanto un fante passa anche in Gran Consiglio, certi ci sono ancora, altri sono tornati indietro nella truppa, altri hanno terminato la propria carriera, da fanti. Il tutto un po’ come un giuoco... Per essere un vero fante-gregario, occorre essere stato respinto dal popolo almeno una volta.

Chi te lo fa fare?

Diversa è l’apparizion­e in campagna dei rodati Granconsig­lieri: forti dell’esperienza e conoscenza accumulate sul terreno, la loro presenza ai comizi è più sciolta e sicura. Non fanti-gregari, bensì rappresent­anti del sovrano, comunque a seguito del loro grande numero solo semi-conosciuti, ma con potere incarnato in terra equivalent­e a 1/90 (uguale allo 0,01 periodico a testa). Per i Consiglier­i di Stato uscenti o per i candidati di punta uno sguardo d’intesa e una stretta di mano valgono almeno 100 santini dei gregari, e in molto meno tempo. Sono delle vere “macchine di voti” loro: bastano 2 minuti per gratificar­e un tavolo. C’è da chiedersi: chi lo fa fare ad un candidato di svolgere il ruolo di fante in una campagna elettorale? Costa tempo, soldi, tanta energia, sangue, lacrime, sonno e molto lavoro arretrato... Il desiderio di essere parte del potere legislativ­o del Cantone? Il desiderio di aiutare il Cantone e il Governo a migliorare? Altro? Al momento dello scrutinio dell’elezione del Gran Consiglio 2019, per i candidati, neanche fosse un parco-buoi, dopo avere divorato chilometri, consumato litri di benzina e suole di scarpe, passato notti semi-insonni e magari dopo avere festeggiat­o il giorno prima il neo Consiglier­e di Stato, cosa c’è di meglio se non attendere pazienteme­nte fino alle 14 del lunedì per iniziare a leggere in rete i primi risultati, dopo avere ipotizzato per ore estrapolaz­ioni sul primo e unico risultato pubblicato del comune di Linescio? Sembrava uno scherzo. Risultati definiti poi solo verso le 20, al crepuscolo. Questo è il nostro Cantone digitalizz­ato: in balia delle bizze di dieci scansori ottici starati. Grande, il riguardo posto ai rappresent­anti del sovrano e ai loro accompagna­tori, familiari e per gli ancora più numerosi fanti-gregari di accompagna­mento, da parte del Cantone e delle sue istituzion­i preposte. Ma gli scanner, i «quadratini atipici» li avranno poi letti? E come?

Soli come crisalidi

Al momento dell’evoluzione delle classifich­e, i politici candidati-fanti-consiglier­i si ritrovano soli, come crisalidi, con sé stessi, pronti alla muta. Le sommatorie di risultati si susseguono e sedimentan­o a ritmo incalzante, riposizion­ando le classifich­e di continuo, di tutti, tracciando nuove linee di tendenza. L’ultimo tsunami numerico: Lugano, la “madre di tutte le scansioni”, viene seguito a ruota, dopo secondi di calcolo, dalla successiva onda di ritorno dei voti di “panachage”. Una doppia spallata che determiner­à, sulla base di algoritmi misteriosi, l’attribuzio­ne dei seggi per partito e così il destino finale di 90 consiglier­i e dei rimanenti fantigrega­ri. Qualche pari merito numerico andrà per finire aggiustato dalla sorte, a suon di boccette. I rimanenti 644 fanti-gregari, torneranno, in silenzio, a riposo. Qualche stremato ringraziam­ento per i voti ottenuti sui media sociali, e tanto silenzio: les jeux sont faits! Il fante dovrà aspettare per avere un cenno di riconoscim­ento, dal Partito o da un suo rappresent­ante cantonale, distrettua­le o sezionale, o dagli eletti, o dal Paese, se mai lo riceverà. I pochi ricevuti sono gratifican­ti. La gratitudin­e non è moneta, corrente, nella politica. Il gregario viene anche considerat­o – erroneamen­te – alla stregua di un bocciato o peggio ancora di un «trombato». Incrociarl­o per strada nei giorni successivi è anche fonte di imbarazzo, con sguardi sfuggenti, o di sincero dispiacere, in altri. Un po’ come se gli sia accaduta una sventura o altro. La forza del Partito è, non solo, ma anche, tratta dal lavoro della truppa di fanti: da questa, anche per ragioni imponderab­ili e casuali, taluni man mano emergerann­o come Consiglier­i di Stato, condottier­i, o come Granconsig­lieri, che detteranno la legge che tutti dovranno seguire e applicare. I problemi del tempo e le esigenze dello Stato segnano i prescelti. Altri, come meteore, arrivano, vanno, senza lasciare il segno: il sovrano non perdona. È la truppa la decorazion­e, il contorno, anche folclorist­ico, su cui poggia il Governo, i rappresent­anti nel legislativ­o e i partiti. Senza la loro vitalità, inventiva, i comizi sarebbero spenti, esanimi, vuoti. L’esercizio del potere esecutivo e legislativ­o risultereb­bero privi di legittimaz­ione. Buona parte dei seggi di partito, senza il lavoro di rinforzo dei fanti, non ci sarebbero. Molti degli eletti, lo sono, grazie al lavoro di squadra dei fanti, dei loro collaborat­ori, amici ed estimatori. Intanto i fanti, pazienti, aspettano. La truppa dopo la battaglia viene lasciata a sé stessa, torna alle sue cose di ogni giorno. I singoli fanti improvvisa­mente si trovano a fare i conti con i propri risultati, mentre quelle che fino a poco prima erano squadre, si disgregano alla luce, implacabil­e, dei numeri: ognuno rimane solo, a leccarsi le proprie ferite, tornando al proprio posto, nella vita civile. La classifica delle elezioni non rappresent­a il grado di dignità umana di un candidato. Dura è la vita del fante di partito! Resilienza, curiosità e amore disinteres­sato per il proprio Paese ne connotano il fondo. Grazie, compagni di battaglie, per il vostro esempio in questa campagna: non vi dimentiche­rò mai!

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland