Dietro le quinte della processione del Giovedì Santo
Gli abiti vengono controllati regolarmente durante l’anno. Quelli dei portamanto sono stati rifatti. Per altri bisogna attendere tempi migliori.
I personaggi sono stati scelti e sorteggiati. I vestiti sono pronti – ed esposti sotto il gazebo allestito nella corte di San Giovanni –, la prova generale è stata svolta (giovedì scorso) e i Trasparenti sono stati posizionati lungo il percorso. A Mendrisio è tutto pronto per le Processioni della Settimana Santa, giunte alla 221esima edizione. E mentre l’occhio va inevitabilmente al cielo, confidando nel bel tempo e in particolare in due serate asciutte, la macchina organizzativa sta lavorando a pieno regime in vista delle sfilate in programma giovedì 18 e venerdì 19 aprile. La preparazione delle Processioni comporta anche la conservazione, il restauro e la preparazione puntuale di molto materiale decorativo, scenografico e anche di costumi. Lo sa bene Edio Cavadini, da quasi 40 anni attivo nella Commissione del Giovedì Santo, che presiede. Lo incontriamo nel gazebo che fino a giovedì fungerà da spazio espositivo e che può essere visitato tutti i pomeriggi (dalle 14 alle 18, o previo appuntamento allo 079 247 16 34). «Qui avverrà la vestizione di circa 170 personaggi, sia a piedi che a cavallo – ci spiega –. Mentre chi rappresenterà i lacchè, i piccoli ebrei, i portamanto e le donne ebree si preparerà all’oratorio San Giovanni». L’esposizione ha una sua logica e inizia, una volta varcata la soglia del gazebo, «sulla destra – continua Cavadini –. Sotto ogni abito c’è una spiegazione perché vogliamo mostrare chi sono i personaggi». La Processione del Giovedì Santo coinvolge circa 270 figuranti, di cui una quarantina a cavallo. Gli animali arriveranno a Mendrisio da tutto il cantone e, per la maggioranza, saranno montati dal proprietario. «Abbiamo anche due cavalli di riserva perché è importante far sfilare i personaggi in tutta sicurezza», precisa Cavadini. La copiosa presenza di aspiranti figuranti durante la mattinata delle iscrizioni ha dimostrato ancora una volta che l’entusiasmo che accompagna le processioni è alto. «Quest’anno siamo particolarmente soddisfatti – conferma il presidente –. A malincuore abbiamo
però dovuto dire di no a 25 persone perché i vestiti che abbiamo a disposizione sono questi». I personaggi più ambiti, e per i quali è stato necessario procedere a un sorteggio, «sono i gruppi di movimento» e naturalmente la figura del Cristo. Quest’ultima, selezionata tra 5 candidati rimarrà come da tradizione segreta fino a giovedì.
Danni dell’acqua e peso finanziario
Quale è la vita dei vestiti dei figuranti prima e, soprattutto, dopo la processione? Gli abiti vengono custoditi nel magazzino allestito nella sede della Fondazione Processioni storiche. «Ogni 1-2 mesi vengono controllati per verificare
l’eventuale attacco di acari – illustra ancora Edio Cavadini –. Per questo la prima cosa che non manca mai negli armadi è la naftalina». Archiviata la sfilata, «il venerdì viene effettuata la scelta per la lavanderia, si controllano gli eventuali vestiti che sono stati danneggiati, per portarli dal sarto per le riparazioni necessarie o, in caso di danni peggiori, prepariamo le indicazioni in merito all’eventuale rifacimento». Un tema, quest’ultimo, che a livello finanziario lo scorso anno si è fatto sentire. A processione avviata, come si ricorderà, su Mendrisio si era scatenato un violento temporale. «Il danno è stato di circa 15mila franchi – commenta Cavadini –. Abbiamo dovuto rifare tutti i vestiti dei portamanto perché in tanti se lo sono messo sopra la testa per ripararsi e il manto di Re Erode li ha danneggiati. Gli sforzi della lavanderia per recuperarli non sono purtroppo serviti». Lo scorso anno anche altri vestiti hanno subito danni significativi a causa dell’acqua e data la situazione finanziaria della Fondazione non tutti hanno potuto essere rimpiazzati. «Qualcuno effettivamente c’è. Ma aspettiamo tempi migliori». Oltre a due serate asciutte, quali sono gli auspici di Edio Cavadini? «Avere un folto pubblico nel nucleo e alla chiesa dei Cappuccini ci ripaga per il lavoro che svolgiamo tutto l’anno e per la preparazione dell’ultimo mese», conclude il presidente.