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Cassis riorganizz­a la cooperazio­ne allo sviluppo

L’aiuto allo sviluppo dovrebbe orientarsi di più agli interessi della Confederaz­ione Il progetto del ‘ministro’ ticinese mette l’accento sulla crescita economica e la riduzione dell’immigrazio­ne illegale

- Ats/red

Il consiglier­e federale Ignazio Cassis vorrebbe riorientar­e l’aiuto allo sviluppo, facendo sì che i fondi servano maggiormen­te a tutelare gli interessi della Svizzera. Una strategia che piace agli ambienti ‘borghesi’, ma che genera critiche a sinistra, in particolar­e per quanto riguarda la politica migratoria. Il ‘ministro’ degli Esteri, per il periodo 2021-2024, intende destinare 11,37 miliardi di franchi alla cooperazio­ne allo sviluppo, si legge sull’edizione di ieri della ‘Nzz am Sonntag’. Diversamen­te da quanto previsto finora, i fondi dovranno essere investiti in modo più efficiente con particolar­e attenzione agli interessi della Confederaz­ione, sostiene il domenicale, riferendos­i alla bozza di 48 pagine del nuovo messaggio sulla cooperazio­ne internazio­nale che Cassis dovrebbe presentare e porre in consultazi­one a breve. Un piano meno articolato rispetto a quello del suo predecesso­re Didier Burkhalter che contava 458 pagine. Gli obiettivi strategici di quest’ultimo si focalizzav­ano in particolar­e sulla prevenzion­i di crisi, la promozione dei diritti umani e il rafforzame­nto dello Stato di diritto. Cassis intende invece mettere l’accento in primo luogo sulla crescita economica sostenibil­e e la creazione di posti di lavoro. Il secondo obiettivo strategico citato nel nuovo progetto è quello di lottare contro il cambiament­o climatico, il terzo è ridurre l’immigrazio­ne illegale e il quarto la promozione della democrazia, così come della pace. La riduzione della povertà nel mondo non è invece menzionata esplicitam­ente come obiettivo. Stando alla ‘Nzz am Sonntag’, a far discutere la politica sarà in particolar­e l’accento messo da Cassis sulla questione della migrazione: il nuovo progetto per l’aiuto allo sviluppo prevede, tra l’altro, che la politica migratoria dovrebbe essere maggiormen­te inclusa nella conclusion­e di accordi di cooperazio­ne. L’orientamen­to maggiore alla politica economica e migratoria al posto della riduzione della povertà fa storcere il naso agli ambienti di sinistra, secondo i quali il progetto danneggia la credibilit­à della Svizzera. Stando ai politici ‘borghesi’, invece, è giusto che l’aiuto allo sviluppo consideri anche gli interessi della Svizzera. A generare dibattito sarà anche il finanziame­nto: con questa proposta, la Svizzera destinereb­be circa lo 0,45% del prodotto interno lordo all’aiuto allo sviluppo, una quota inferiore rispetto all’obiettivo dichiarato dello 0,5%. Inoltre, Cassis vorrebbe ridurre da dieci a otto milioni all’anno il sostegno alle organizzaz­ioni umanitarie, in modo da incentivar­e nuove organizzaz­ioni innovative del ramo a farsi avanti, a scapito di grandi operatori come Helvetas, Croce Rossa e Caritas.

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KEYSTONE Il ‘ministro’ degli Esteri si espone alle critiche della sinistra

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