Sciaroni: ‘Tra i miei gol, quello non so dove piazzarlo’
Grégory Sciaroni si gode il gol partita in gara 2 ed elogia chi gli ha servito il disco. «Che passaggio! E non era facile vedermi».
Zugo – Nel dopopartita del secondo atto della finale si parla soltanto di lui. E Grégory Sciaroni, assediato dai reporter, si gode il momento: non capita mica tutti i giorni di decidere una sfida di una finale con un gol al supplementare. «Non so dire a che posto metterei questo gol nella mia classifica personale delle reti importanti, ma sicuramente è un bel momento» racconta il trentenne attaccante ticinese, autore del 3-2 al 64’28’’ di gara 2 che ha permesso al suo Berna di espugnare la BossardArena e portare sull’uno pari la sfida per il titolo contro lo Zugo.
E il ticinese parla della sua reputazione. ‘Non appena la carica è più dura, la gente guarda al mio nome prima ancora che alla situazione’
«Sicuramente quel gol è stato fondamentale, a coronamento di una buona prestazione d’assieme – dice l’ala formatasi nell’Ambrì –. Stavolta siamo stati all’altezza sia sul piano dell’impegno fisico, sia su quello tattico, dimostrando pure maggior compattezza. È stata una bella reazione dopo la sconfitta in casa, giovedì, pur se è vero che, specialmente in inferiorità numerica, abbiamo sofferto molto la qualità del nostro avversario. Il supplementare? Abbiamo creato più di loro, in definitiva ci siamo meritati la vittoria». Grazie al suo gol. «La verità è che André (Heim, il talentuoso ventenne centro della terza linea, ndr) ha fatto una grandissima giocata – continua Sciaroni –. È riuscito a vedermi e, in quella situazione, non era evidente. E
che passaggio! Poi, con un po’ di fortuna, il disco è entrato». Nonostante nello slot ci fosse un altro ticinese a disturbarlo, cioè Dario Simion. «Quando ho visto il disco finire in fondo al sacco non mi sono certo preoccupato di lui... Anzi, onestamente, non mi ero neppure accorto che fosse Dario a marcarmi». Oltre che motivo d’orgoglio, per Sciaroni quel gol può essere visto che come una specie di rivincita personale, in un 2018/19 in cui in cui il ticinese è stato parecchio criticato per alcune cariche dure, sfociate in un paio di pesanti squalifiche. «Pur se trovo
che alcuni commenti lascino il tempo che trovano, stiamo parlando di un qualcosa di abbastanza complesso e non è probabilmente questa la sede per farlo. Anche se – aggiunge – il tema andrà sicuramente affrontato. Ma il fatto è che io ho la reputazione del cattivo, e non appena faccio una carica più dura del solito piovono le critiche perché la gente vede il mio nome sulla maglia, ancor prima di analizzare la situazione. E questo è davvero sbagliato. Ci sono mille situazioni del genere in una partita. Prendiamo, ad esempio, quello che è successo a
Daniele (Grassi, l’altro ticinese del Berna uscito nel primo tempo di gara 2 dopo una carica di Lammer, ndr): i quattro arbitri in pista ci hanno detto di non aver visto nulla. Ed è strano». In questa serie è curioso il fatto che nonostante abbia giocato molte più partite dello Zugo in questi playoff (ovvero 15, di cui ben sei concluse all’overtime, contro 11), il Berna sul ghiaccio appaia comunque fresco. «Quella della stanchezza è una cosa su cui si soffermano i giornalisti. In realtà, quando entri in pista per lottare per il titolo, la stanchezza semplicemente non
esiste, perché neppure ci fai caso. Il punto è che siamo tutti sulla stessa barca, e dare tutto ciò che possiamo fa parte del nostro lavoro». Intanto, da domani, la finale riparte dall’1-1 e diventa un ‘best of 5’. In una serie in cui finora nessuno ha vinto in casa. «In generale, in questo postseason siamo sempre stati più performanti quando abbiamo giocato lontano dalla PostfinanceArena – conclude Sciaroni –. So che è difficile spiegarselo e, se avessimo capito il perché, avremmo senz’altro vinto più spesso sul ghiaccio di casa...».