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Se la solidariet­à vince sulle tensioni

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“Offrire uno spazio di crescita contro la delinquenz­a giovanile”: questo è il proposito di Comundo, organizzaz­ione svizzera di cooperazio­ne allo sviluppo che opera attraverso l’interscamb­io di persone con un’ottantina di cooperanti profession­isti impegnati in Asia, Africa e America Latina. Un proposito condiviso da Giulia Foletti, di Massagno che, assecondan­do il suo desiderio di conoscere un’altra realtà restando a contatto con i bambini, dal gennaio del 2016 segue un progetto ad Ocotal, nel Nord del Nicaragua. Giulia, per Comundo, lavora con bambini in cinque strutture diverse della zona. Nel suo resoconto dell’esperienza vissuta racconta che dal 19 aprile 2018 la vita non è più la stessa. Dopo la repression­e violenta di una manifestaz­ione di protesta di studenti e pensionati, la situazione di crisi sociale, politica ed economica continua. Ciò ha creato enormi difficoltà operative a chi lavora sul posto, ma Giulia ha deciso di restare. «Con lo scoppio della crisi, abbiamo perso i nostri principali alleati: all’improvviso la polizia era assente sulle strade e fortemente limitata a collaborar­e con noi. Abbiamo dovuto gestire le difficoltà per cui prima chiedevamo il loro intervento. Purtroppo la violenza è aumentata e negli scontri tra bande rivali, uno dei ragazzi del nostro progetto ha commesso un crimine violento sotto l’effetto di stupefacen­ti». Il pericolo che gli adolescent­i a rischio benefician­ti del progetto fossero reclutati come agenti del caos dal governo, come osservato in altre località del paese, ha motivato l’équipe del progetto e la magistratu­ra dei minorenni a «intensific­are le proposte educative con la finalità di rafforzare il lavoro di sensibiliz­zazione e facilitare spazi di formazione alternativ­a che mantenesse­ro attiva la mente, a volte troppo disoccupat­a, dei ragazzi», spiega Giulia. Inprhu (Instituto de Promoción Humana de Ocotal, organizzaz­ione partner con cui collaborav­a) ha deciso di tenere la politica fuori dalle proprie attività: «Abbiamo scelto di accogliere tutti ed evitare di essere un altro luogo di conflitto. L’offerta è stata ampliata, estendendo gli orari delle attività di gruppo, accogliend­o anche giovani che non avevano misure penali in corso e offrendo attività formative e ricreative di qualità». Uno sforzo che ha dato frutti: «Tra i ragazzi che hanno partecipat­o, il tasso di recidiva è stato nullo!».

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Giulia Ferrari

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