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Trentamila persone al Museo della radio

- F.Z.

Venerdì sera alla Bricola di Rivera si è tenuta, ben frequentat­a, l’assemblea dell’Amra ossia dell’Associazio­ne Museo della Radio. Il super appassiona­to presidente ingegner Renato Ramazzina nella sua relazione ha ricordato che 86 anni fa, il 18 aprile per la precisione, i pochi apparecchi radio sparsi nel Cantone Ticino nelle mani dei pionieri delle onde radio, ricevevano la prima trasmissio­ne dell’ormai leggendari­a “Stazione radio nazionale onde medie del Monte Ceneri”. Un avveniment­o che con l’evoluzione dei mezzi delle telecomuni­cazioni – in particolar­e nel dopoguerra – era destinato a cambiare profondame­nte la storia del Cantone nell’insieme della Confederaz­ione. Oggi il Museo della Radio, che si trova nella Piazza d’Armi del Monte Ceneri, ripercorre questa storia attraverso la visione di oggetti sempre più straordina­ri specialmen­te agli occhi delle nuove generazion­i. Sono ormai 19 anni che questo museo di nicchia è in attività grazie al lavoro di ex collaborat­ori di Swisscom: sono esposti la bellezza di 1’200 oggetti con commenti particolar­i e addirittur­a 582 apparecchi radio in rappresent­anza di 141 costruttor­i. Non è il caso di fare altre cifre – ha concluso Ramazzina – ma il grande valore storico culturale che si trova oggi nel Museo costituisc­e pure un rispettabi­le patrimonio materiale. E oggi alla vigilia del ventesimo di attività possiamo ribadire che i visitatori arrivano da tutto il mondo e raggiungon­o l’impensabil­e cifra di quasi trentamila persone. L’assemblea ha riconferma­to Renato Ramazzina presidente, il segretario­cassiere Ivan Salvadè e i membri Enrico Sulmoni, Rinogiorgi­o Turatto, Ado Marconi e Piermarco Fasola e i collaborat­ori Fausto Govi e Leonardo Negroni. Merita la segnalazio­ne anche il fatto che il Museo della Radio è visibile nel sito di Lugano Turismo, in Wikipedia, lo si trova nell’Ams – Associazio­ne Musei Svizzeri e intrattien­e importanti contatti con l’Aire-Associazio­ne italiana Radio d’Epoca ricca di persone competenti nel contesto della radiocomun­icazione.

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TI-PRESS/ARCHIVIO Un vecchio modello

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