Militari e zone rosse ‘per proteggere i comaschi’
Nell’immediato militari con armi d’assalto. In un futuro non troppo lontano, si parla di giugno, zone rosse. Succede a Como, città descritta in preda alla criminalità incontrollata, questa l’istantanea proposta da chi era all’opposizione, e che deve essere riconsegnata ai comaschi senza nei. Ecco, quindi, la decisione di Salvini, ministro dell’Interno e capo della Lega, di inviare in città 15 militari dell’Esercito, con il compito di “proteggere i comaschi” stando al sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, parlamentare canturino leghista, che è arrivato a parlare di “giornata storica di Como”. Quanto ci sia di storico nella presenza di quindici militari dell’esercito con armi d’assalto non è dato a sapere. Certamente dal punto di vista dell’impatto visivo siamo in presenza di una svolta che pone Como sullo stesso piano di Roma, Milano, Firenze, Venezia , così come Parigi, Bruxelles e Nizza, dove i militari in tuta mimetica con armi d’assalto hanno fatto la loro comparsa a seguito dei sanguinosi attentanti. Le zone rosse a Como, già identificate, comprendono l’intero centro storico, tutto il lungolago, la stazione centrale, l’area del cimitero monumentale e del mercato coperto e alcuni giardini pubblici. Aree considerate sensibili, per cui da proteggere dalle incursioni degli stupefacenti e da migranti, mendicanti e venditori abusivi. Aree vietate a coloro che sono stati denunciati per spaccio di stupefacenti, reati contro la persona e danneggiamento. Le zone rosse saranno operative da giugno. I provvedimenti dureranno tre mesi, con possibilità di essere prorogati altri tre mesi: il tempo sufficiente per superare la stagione turistica. L’ordinanza che comprende le zone rosse (deve passare al vaglio del consiglio comunale) ha fatto sorgere dubbi di legittimità in più di un giurista in quanto viene avvertita una palese limitazione della fondamentale libertà di movimento. Ci si chiede come sarà possibile attuare l’allontanamento dalle zone rosse. Anche migranti e mendicanti, per una questione di decoro, non potranno accedere alle zone rosse. Anche per loro, quindi, il ‘daspo urbano’ che, benedetto dalla vicesindaco e parlamentare leghista Alessandra Locatelli, non piace a molti. M.M.