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Beethoven due secoli dopo

- Di Enrico Colombo

Due secoli dopo Beethoven ha ormai poco da dirci con la sua visione del mondo, ma ancora tanto da darci con il suo linguaggio musicale ormai nel nostro codice genetico. La retorica dei pensieri, dei gesti che “a egregie cose il forte animo accendono”, dei conflitti fra “principio implorante” e “principio di opposizion­e” è un rischio di manierismo, di vuota teatralità per i suoi interpreti di oggi. Ai quali andrebbe comunque concessa un’attenuante nei concerti per pianoforte e orchestra, che la quasi totalità degli storici della musica non considera tra le cose migliori della produzione di Beethoven, non all’altezza di quelli di Mozart, che pure gli servirono da modello. È una premessa per dar risalto senza tentazioni di superlativ­i a un’impresa, tanto inattesa quanto affascinan­te, di Francesco Piemontesi e Markus Poschner con l’Orchestra della Svizzera Italiana: una singolare esecuzione in due serate dei cinque Concerti (…)

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